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Turchia: consensi per Erdogan in caduta libera

Il partito islamico e liberista del premier turco Recep Tayyip Erdogan registra un forte calo di consensi secondo un nuovo sondaggio realizzato alcuni giorni fa e reso pubblico oggi dal quotidiano Zaman, prima vicino all’Akp e ora critico. Stando al sondaggio Metropoll, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo al governo otterrebbe oggi il 35,3%, 11 punti in meno rispetto alle intenzioni di voto del giugno del 2012. Alle politiche del 2011 Erdogan aveva ottenuto quasi il 50% e la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, anche in virtù di uno sbarramento del 10% che esclude dalla rappresentanza tutti i partiti di sinistra turchi. I partiti di opposizione otterrebbero oggi il 22,7%  il Chp (repubblicani, laicisti e nazionalisti), il 14,5% il Mhp (nazionalisti di estrema destra) e il 6,2% i curdi del Bdp.

Secondo il sondaggio metà della popolazione turca (il 49,9%) ritiene che il governo di Erdogan stia diventando sempre più autoritario. Il 36% é di parere contrario e il 14,1% non risponde. Il 49,7% afferma di non sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni politiche in Turchia, contro il 46,7% che afferma il contrario. Il 53,3% ritiene che la stampa nel paese non sia libera (contro il 41,1%). Più della metà della popolazione, il 54,4%, pensa che il governo stia interferendo sempre di più nello stile di vita delle singole persone. Una forte maggioranza inoltre é contraria ai progetti del governo per Piazza Taksim a Istanbul e alla distruzione di Gezi Park, che ha innescato le prime proteste tre settimane fa. Il 62,9% vuole che il parco venga preservato, mentre solo il 23,3% approva il progetto del governo di costruire al posto del parco una replica di una caserma ottomana, un centro commerciale e una moschea.
Dallo stesso sondaggio emerge anche che solo il 3,2% della popolazione ritiene che non meglio identificati poteri esterni o interni siano dietro le proteste. L’1,8% pensa che ci siano stati provocatori o istigatori del movimento, mentre lo 0,6% da credito alla tesi secondo la quale la stampa estera sarebbe coinvolta nel sobillare la protesta. 

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