Il re del Marocco Mohammed VI ha deciso di annullare la grazia che era stata concessa a un pedofilo, condannato a 30 anni di carcere, la cui liberazione aveva suscitato polemiche e proteste in Marocco e in Spagna. Ma l’uomo ormai ha gia’ lasciato il Marocco. Era stato condannato nel a 30 anni di prigione per violenze sessuali su undici minori e faceva parte di una lista di 48 prigionieri graziati in nome delle buone relazioni diplomatiche tra Marocco e Spagna. La decisione di revocare l’atto di clemenza e’ arrivata al termine di una giornata in cui il re era intervenuto sulla vicenda, sottolineando di non essere a conoscenza di un caso che, secondo la stampa marocchina, ”potrebbe coinvolgere anche i servizi di intelligence”. Il pedofilo sarebbe infatti un ex agente dei servizi segreti spagnoli ed era stato anche in Ira: Secondo alcune fonti potrebbe trattarsi ”di una operazione messa a punto dai servizi segreti, all’insaputa delle autorita’ di Madrid e di Rabat”. La vicenda ha provocato una serie di manifestazioni di piazza in Marocco, mentre in Spagna l’opposizione ha chiesto ”chiarimenti” al premier Rajoy. Il re del Marocco – come ha ha fato il il ministro Alfano sul caso Ablyazov – ha chiesto una indagine approfondita per determinare le responsabilita’ e gli errori che hanno portato a questa situazione”. Il sovrano sostiene infatti ”non avrebbe mai consentito che il prigioniero potesse smettere di scontare la sua pena, vista l’atrocita’ dei crimini di cui e’ stato giudicato colpevole”. La grazia reale accordata al pedofilo ha creato scandalo in Marocco, dove migliaia di persone hanno espresso la loro rabbia scendendo in piazza in diverse citta’ del Paese, sfidando la repressione della polizia
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