Una giovane funzionaria della pubblica amministrazione indiana é diventata un’eroina nazionale per aver sfidato la ”mafia della sabbia”, un fenomeno dilagante alla periferia di New Delhi e che sta causando gravi danni all’ambiente. La 28enne Durga Shakti Nagpal, é stata sospesa la scorsa settimana dal suo incarico di ispettrice amministrativa nel distretto di Gautam Buddh Nagar, situato a Greater Noida, un’area a sud della capitale dove sono in costruzione enormi ”citta’ satelliti” per contenere il boom demografico. La motivazione ufficiale delle autorita’ dell’Uttar Pradesh (dove sorge Greater Noida) e’ che la funzionaria ha commesso alcune irregolarità per aver ordinato la demolizione di una moschea. Tuttavia, secondo la stampa indiana, che ha dato molto risalto alla vicenda, la rimozione di Nagpal é in connessione con la sua solerzia nel voler bloccare il lucroso business delle cave illegali di sabbia in un fiume chiamato Hindon. Tre giorni dopo la sospensione, un attivista di nome Pale Ram Chauhan, 53 anni, che aveva denunciato l’estrazione di sabbia in un terreno privato, è stato ucciso da tre uomini della ”mafia” poi arrestati dalla polizia di Noida. A fianco di Nagpal si è schierata anche la presidente del partito di maggioranza del Congresso, l’italo-indiana Sonia Gandhi che ha scritto al premier Manmohan Singh chiedendo di intervenire nella questione. Secondo The Economic Times, a Gautam Buddh Nagar, dove sorge anche il circuito automobilistico di Formula Uno, opera un ”cartello” di quattro o cinque aziende che riforniscono i cantieri edilizi con sabbia estratta di notte nel fiume o in terreni adiacenti quando non ci sono controlli.
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