Con una decisione clamorosa, la Corte Suprema israeliana ha bocciato oggi pomeriggio un emendamento varato dal governo di destra presieduto da Benyamin Netanyahu che prevede fino a tre anni di reclusione per gli immigrati senza i documenti in regola.
Secondo la Corte Suprema, infatti, la misura ”contrasta in modo sproporzionato con il diritto umano alla libertà ” ed é inconciliabile con una legge fondamentale di Israele. Duemila immigrati africani, provenienti per lo più da Sudan ed Eritrea, potrebbero adesso riacquistare la libertà dopo esser stati rinchiusi in alcuni campi di prigionia negli ultimi mesi.
Negli ultimi anni Tel Aviv ha rafforzato e indurito le proprie politiche contro l’immigrazione clandestina, in particolare blindando la frontiera del Sinai e potendo contare sulla guardie di frontiera egiziane che negli ultimi anni hanno spesso aperto il fuoco contro gli immigrati africani che tentavano di passare in Israele uccidendone diversi.
Sono molte le forze politiche israeliane che cavalcano strumentalmente le pulsioni razziste e xenofobe di una parte crescente della popolazione israeliana, esplose negli ultimi anni con veri e propri assalti alle case e ai negozi degli immigrati in numerose città del paese.
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