È di cinque manifestanti uccisi e decine di feriti il bilancio dell’ennesimo venerdì di violenze in Egitto, tra manifestanti e sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi e le forze dell’ordine. Gli scontri si sono verificati in varie città del paese, tra le quali Il Cairo e Alessandria, dove i sostenitori della Fratellanza musulmana hanno indetto sit-in e cortei a cinque giorni dall’apertura di un processo contro l’ex presidente destituito da un colpo di stato militare.
Scontri si erano già verificati ieri mattina al Cairo, nel quartiere Faysal, sulla strada delle Piramidi, e vicino all’università di Al Azhar. Poi, dopo la preghiera rituale di mezzogiorno, centinaia di manifestanti si sono riversati per le strade brandendo cartelloni e slogan contro la nuova bozza di Costituzione, il cui referendum di approvazione è previsto il 14 gennaio, e il generale Abdel Fattah al Sissi, che ha orchestrato il colpo di stato con cui i militari hanno deposto Morsi il 3 luglio del 2013.
Gli islamisti protestano anche contro le decisione delle autorità di transizione di rendere illegale la Fratellanza musulmana, bandita come “movimento terroristico” all’indomani di un attentato suicida contro il quartier generale della polizia nel Delta del Nilo attribuito ad esponenti del movimento che nega però ogni coinvolgimento.
Ad oggi i sostenitori della Fratellanza, o chiunque venga trovato in possesso di materiali riconducibili ad essa, rischiano fino a cinque anni di carcere mentre ai vertici della confraternita è riservato anche il carcere a vita o la pena capitale.
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