Fortissima tensione in Bangladesh dove oggi si vota in un contesto in cui 18 diversi partiti e forze dell’opposizione, guidate dal Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), hanno invitato al boicottaggio delle urne ed hanno indetto uno sciopero generale di 48 ore mirante a boicottare e far fallire l’appuntamento elettorale definito «una farsa».
La premier bengalese Sheikh Hasina, leader della Lega Awami (Al), ha da parte sua condannato la protesta ed invitato la popolazione a recarsi in massa alle urne per «il bene della democrazia».
Da mesi, anche a causa di proteste legate alle condanne di leader politici islamici condannati a morte o all’ergastolo per crimini di guerra commessi durante la guerra di indipendenza del 1971, le principali città bengalesi sono teatro di scontri fra militanti del Bnp e del partito Jamaat-e-Islami da una parte, e della Lega Awami al governo dall’altra. Dal 24 novembre scorso si conterebbero già un centinaio di morti.
Nelle ultime ore, segnalano i media di Dacca, numerosi seggi elettorali sono stati danneggiati ed incendiati da gruppi di militanti in una ventina di distretti del Bangladesh, compresa la capitale Dacca. Infine, un commando del Bnp ha lanciato una bomba incendiaria contro un vagone di un treno a Natore (Bangladesh settentrionale), ferendo almeno 12 passeggeri.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa