Gli attivisti italiani, che dopo vari tentativi, erano entrati giovedi a Gaza con la delegazione solidale con i palestinesi sotto assedio, oggi avrebbero dovuto riuscire per tornare al Cairo ma la sicurezza egiziana non ha consentito il transito nel Sinai. Quindi sono dovuti tornare al valico di Rafah. Domani proveranno di nuovo a uscire da Gaza ma niente è scontato se non che hanno il volo domani (domenica). A Gaza sotto assedio da sette anni, rimane difficile entrare ma anche difficile uscire. Si trattadi 34 persone provenienti da diverse città italiane impegnate da anni nella solidarietà con l’ospedale Al Awda di Gaza e nella campagna per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Nella loro visita infatti si sono recati in alcuni dei campi profughi disseminati dal 1948 nella Striscia di Gaza.
Questa mattina sarebbero dovuti uscire per fare rientro al Cairo da dove domani (domenica 5 gennaio) sarebbero dovuti ripartire. Ma le autorità egiziane hanno bloccato il rientro adducendo motivi di sicurezza. I 34 italiani sono così dovuti rimanere a Gaza in una situazione di grande incertezza. I familiari hanno contattato l’unità di crisi della Farnesina che si tiene in contatto con l’ambasciata italiana al Cairo responsabile per competenza della Striscia di Gaza. La strada da Gaza al Cairo transita per Al Arish che è lo snodo egiziano più vicino al valico di Rafah. Questa mattina c’è stato un attentato proprio ad Al Arish in cui è morto un soldato egiziano e due sono rimasti feriti.
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