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Filippine: guerriglia comunista smentisce resa di massa

Il Partito comunista delle Filippine ha smentito fermamente la resa di molti suoi combattenti propagandata nelle ultime settimane dal regime di Manila. La consegna delle armi ai militari sarebbe stata, secondo le fonti governative, conseguenza dell’arresto lo scorso marzo di due leader dell’ala militare del partito, il Nuovo esercito del popolo (Npa), attivo da 45 anni con una guerriglia duramente repressa anche con la collaborazione degli Stati Uniti. 

I capi del partito hanno accusato le autorità militari di avere “orchestrato finte cerimonie di resa” e diffuso dati non veritieri per dare la falsa impressione che le forze armate stiano vincendo la guerra contro i guerriglieri, In particolare nel meridione del paese, dove il recente accordo di pace tra governo di Manila e Fronte islamico di liberazione Moro ha potrebbe portare ad azioni militari congiunte, contro la guerriglia comunista, dell’esercito e degli ex miliziani islamisti. 

Secondo le fonti militari, almeno un centinaio di guerriglieri si sarebbero consegnati dopo la messa in stato d’arresto il 22 marzo, insieme ad altri cinque leader, di Benito Tiamzon, presidente del Partito comunista, e della moglie Wilma, entrambi anche negoziatori nelle trattative in corso senza successo con l’esecutivo di Manila. Tra le ragioni dei comunicati governativi, secondo i leader comunisti, il tentativo di demoralizzare il movimento, ma anche la possibilità di impossessarsi dei fondi che Manila destina ai ribelli che si arrendono e si impegnano ad abbandonare le armi.

Le recenti, anche se limitate azioni della guerriglia, sarebbero, secondo i capi del Partito comunista, segnale chiaro che l’insurrezione resta attiva. Organizzazione inserita nelle liste dei movimenti terroristi negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, quella degli Npa, di ispirazione marxista-leninista, contende ai guerriglieri maoisti Naxaliti dell’India il primato della longevità. Sebbene in misura limitata rispetto al passato, sotto il suo controllo restano aree che il movimento e il Partito comunista gestiscono autonomamente, imponendo tasse e garantendo protezione contro gli abusi della criminalità e dell’esercito. 

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