Con 51 voti a favore, 49 contrari e un astensione, ieri il Parlamento ellenico ha approvato il disegno di legge per la privatizzazione del 30% del capitale della Dei, l’azienda statale produttrice di elettricità, una delle varie misure imposte dalla troika europea (Fmi, Ue e Bce) i cui rappresentanti sono arrivati proprio ieri ad Atene per condizionare il debole esecutivo Samaras.
La privatizzazione dell’azienda doveva essere gia attuata nell’ambito della liberalizzazione dell’energia voluta dall’Ue, ma era stata rinviata più volte dai governi precedenti. A favore della privatizzazione hanno votato i deputati dei due partiti che sostengono il governo – Nea Dimokratia (centro-destra) e Pasok (socialista) – mentre contro si sono espressi tutti i partiti del cosiddetto arco antimemorandum: Syriza (sinistra), Greci Indipendenti (Anel, di destra), Partito Comunista di Grecia (Kke), Sinistra Democratica (Dimar), i nazisti di Chrysi Avgì (Alba Dorata) e una parte di parlamentari indipendenti.
Durante il dibattimento non sono mancati i battibecchi e gli scambi di insulti fra i deputati dei due schieramenti. Il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha attaccato duramente il governo invitandolo a ritirare il disegno di legge e riaprire il Parlamento per discutere la richiesta per lo svolgimento di un referendum sulla privatizzazione della Dei. Da parte sua, il ministro per l’Ambiente Yannis Maniatis ha definito il disegno di legge una delle riforme maggiori e più importanti per lo sviluppo e a favore dell’economia e della società greca. Nei giorni scorsi il governo aveva precettato i lavoratori della Dei che avevano indetto due scioperi di 48 ore contro la privatizzazione e avevano manifestato ad Atene contro l’ennesima imposizione dell’Unione Europea.
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