Combattenti curdi siriani si sono impadroniti oggi di alcune postazioni controllate finora dai ‘jihadisti’ dello Stato Islamico (l’ex Isis) nel nord della Siria dopoviolenti combattimenti che hanno provocato almeno 49 morti: secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (gruppo filoribelli di stanza a Londra) si segnalano scontri anche nell’est del paese fra un gruppo locale di sunniti e lo Stato Islamico: la fonte parla di una vera e propria “sollevazione” contro i fondamentalisti vicini ad Al Qaeda.
Ieri una feroce battaglia si è consumata a Ayn al-Arab, località curda al confine con la Turchia, con un bilancio di almeno 14 vittime fra le file delle milizie curde delle Unità di difesa del popolo e 35 ribelli dello Stato Islamico. A seguito degli scontri in questo settore della provincia di Aleppo i combattenti curdi sono riusciti ad avanzare ed ora gli scontri sarebbero meno intensi. A metà luglio circa 800 combattenti curdi avevano attraversato il confine provenienti dalla Turchia per unirsi alla lotta contro gli jihadisti ad Ayn al-Arab.
Nelle stesso ore, nella provincia orientale di Deir Ezzor, in gran parte controllata dallo Stato Islamico, il clan sunnita Shaitat ha affrontato gli ‘jihadisti’ che avevano arrestato tre dei suoi uomini in violazione di un patto concordato fra le parti. Secondo l’Osdh, il clan si era impegnato a non combattere lo Stato Islamico a condizione di non subire le sue esazioni. Attraverso Twitter il clan sunnita, distribuito in tre villaggi, annuncia la ribellione contro i ribelli che sono finora riusciti ad allontanare i loro contendenti dalla ricca zona petrolifera di Deir Ezzor dopo essersi impadroniti di ampie aree del vicino Iraq.
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