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I maoisti nepalesi dichiarano guerra all’India

L’opposizione radicale di sinistra ha deciso di proseguire il boicottaggio di ogni accordo energetico tra il Nepal, ricco di risorse idriche, e la confinante India.
I maoisti nepalesi, reduci da una guerriglia decennale sfociata in una profonda trasformazione degli assetti politici e istituzionali del paese, hanno dichiarato che domani avvieranno iniziative di protesta per la firma di un accordo energetico apposta nei giorni scorsi dall’azienda indiana Gmr Energy e dall’Autorità per gli investimenti nepalese.
I comunisti hanno al centro della loro opposizione l’idea che accordi del genere siano parte di una più vasta cospirazione per asservire il paese himalayano, tra più poveri dell’Asia e abitato da 28 milioni di persone, agli interessi indiani.
Il contratto assegna a Gmr Energy il diritto di investire 1,4 miliardi di dollari nel progetto idroelettrico di 900 megawatt sull’alto corso del fiume Karnali.
“Non siamo contrari allo sfruttamento delle risorse idroelettriche per lo sviluppo del paese – ha fatto sapere la leadership del partito – ma ci addolora che un progetto così lucrativo, la cui energia generata ha un costo così basso, venga affidato a un’azienda indiana con l’obiettivo di esportarla in questo paese, peggiorando ulteriormente così la crisi energetica in corso”.
Il partito comunista maoista ritiene anche il patto aggiri la costituzione nepalese, dato che, come ha indicato nel suo documento fornito alla stampa, il governo ha dovuto offrire esenzione fiscale, 50.000 dollari di incentivo per ciascun megawatt prodotto e la possibilità di esportare direttamente l’energia prodotta verso l’India.

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