L’esercito ha ucciso in Cisgiordania Amer Abu Aisha e Marwan Qawasme, sospettati da Israele del rapimento e dell’omicidio di tre giovani ebrei lo scorso giugno nei pressi di Hebron. I due palestinesi, secondo un comunicato del portavoce militare israeliano, sarebbero stati uccisi durante uno scontro a fuoco in un blitz avvenuto la notte scorsa. A Qawasme e Abu Aisha, militanti di Hamas, erano già state demolite le case.
La tensione è forte in queste ore a Hebron, dove durante il loro blitz gli israeliani hanno sfondato porte e hanno fatto brillare alcune cariche. Proteste si registrano nel campus universitario.
Gilad Shaer (16 anni), Naftali Frenkel (16) e Eyal Ifrach (19) scomparvero in Cisgiordania il 12 giugno, mentre facevano l’autostop nei pressi dell’istituto religioso dove studiavano, situato in una colonia tra Betlemme ed Hebron. Israele impegnò nelle ricerche dei tre giovani oltre tremila soldati, effettuando raid in campi profughi e città, in particolare a Hebron dove vivevano Amer Abu Aisha e Marwan Qawame, indicati quasi subito dal governo Netanyahu come i responsabili del sequestro. Centinaia di palestinesi furono arrestati, tra i quali decine di leader, deputati e attivisti di Hamas. Un’altra dozzina di palestinesi furono uccisi durante i raid militari israeliani.
“Mi aspetto un suo aiuto per riportare a casa i giovani rapiti e per catturare i loro rapitori”, disse perentorio durante una conversazione telefonica il premier Netanyahu al presidente dell’Anp Abu Mazen che, da parte sua, mise a disposizione i servizi segreti palestinesi. In seguito si è appreso, dalla stessa stampa israeliana, che le autorità politiche e militari israeliane in realtà sapevano sin dall’inizio che i tre giovani erano stati uccisi subito dai loro rapitori, grazie alla registrazione di una telefonata effettuata da uno dei tre sequestrati al numero di emergenza della polizia.
Le “ricerche”, accompagnate dalla massiccia campagna repressiva, andarono avanti ugualmente come se i tre giovani fossero ancora in vita, allo scopo evidente di infliggere un colpo ad Hamas e mettere in forte imbarazzo politico e diplomatico Abu Mazen. Quest’ultimo all’inizio di giugno aveva ufficializzato la nascita del primo governo palestinese di consenso nazionale dal 2007, con la partecipazione di Hamas. Governo riconosciuto dagli Usa, Onu e Unione europea per lo sgomento di Netanyahu.
La tensione si trasformò in una escalation dopo il ritrovamento dei corpi dei tre rapiti. Un’omicidio che estremisti israeliani vendicarono a fine giugno con l’assassinio a Gerusalemme di un adolescente palestinese, Mohammed Abu Khdeir, bruciato vivo. Il governo Netanyahu poi a inizio luglio è andato alla resa dei conti con Hamas lanciando un attacco devastante contro Gaza – terminato con il cessate il fuoco del 26 agosto – e costato la vita a circa 2200 palestinesi, in gran parte civili (72 i morti israeliani, quasi tutti soldati caduti in combattimento). Nena News
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