Tra le varie misure di ‘austerity’ imposte dal governo di Belgrado è prevista anche la messa all’incanto della Tanjug, la storica agenzia pubblica di stampa prima jugoslava e poi serbam e altri dieci media locali. Lo ha reso noto l’agenzia per le privatizzazioni.
La Tanjug fu fondata nel 1943, durante la Seconda guerra mondiale, come agenzia di stampa dei partigiani guidati da Josip Broz Tito. Dopo la distruzione della Jugoslavia all’inizio degli anni Novanta, Tanjug divenne l’agenzia nazionale di stampa della Repubblica Serba.
La decisione è stata presa dopo che il parlamento, dominato dal Partito progressista serbo (di centro destra, nonostante il nome) del premier Aleksandar Vucic, ha approvato una legge sulle privatizzazione che sblocca la vendita.
In base al provvedimento tutte le società pubbliche dovranno essere privatizzate entro il fine 2015. La Serbia, che ha avviato colloqui per l’adesione all’Unione europea a gennaio, quest’anno dovrebbe accumulare un deficit record pari all’8,3% del Pil, mentre la crescita dovrebbe frenare sotto l’uno per cento dal 2,5% dei 2013.
A metà agosto l’agenzia per le privatizzazioni ha messo in vendita 502 imprese in perdita e i media, tra cui Politika, il più antico quotidiano dei Balcani. Le aziende che non riceveranno offerte saranno dichiarate fallite o vendute per coprire almeno parte delle perdite. Le finanze serbe sopportano l’onere di 600 milioni di euro l’anno di sussidi a imprese pubbliche che avrebbero dovuto essere chiuse dieci anni fa, ha detto il ministro delle Finanze Dusan Vujovic, pressato pesantemente dalla troika.
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