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Ogm. I singoli stati Ue potranno vietarli

Le proteste erano state tante, dagli ambientalisti agli imprenditori dell’agroalimentare (certo più ascoltati a Bruxelles). L’ascolto non è stato affatto dei migliori; è riuscito semplicemente a fornire una finestra di opportunità per quei paesi che dall'”eccellenza alimentare” traggono un discreto vantaggio economico. Come l’Italia, appunto.

“La proposta di Direttiva che abbiamo approvato in seconda lettura in Commissione Ambiente del Parlamento europeo è un passaggio fondamentale verso una comune normativa dell’Unione in materia di coltivazione degli OGM, con la quale si sancisce la possibilità per uno Stato membro di vietarne la coltivazione anche se autorizzata a livello Ue”. 

Ma non è stato facile neanche questo, viste le pressioni esercitate dalle multinazionali – non soltanto Usa – che chiedevano di “aprire completamente il mercato” agli organismo geneticamente modificati. Il fatto che alcuni paesi possano vietarli, comunque non è una garanzia particolarmente stringente. Resta infatti completamente libera la circolazione di prodotti alimentari che servono da componenti per altri porodotti (ad esempio: si può importare latte per fare formaggio “dop” da paesi che non rispettano lo stesso divieto sugli ogm; o anche carne di animali nutriti con ogm, ecc).

“Così come è approvata oggi, la proposta di Direttiva rappresenta il giusto e necessario compromesso tra i diversi orientamenti degli Stati nazionali, l’esigenza di salvaguardia della biodiversità, il bisogno di tutelare il libero mercato, e il voler dare la possibilità di sperimentare percorsi e soluzioni nuove nel campo della produzione agroalimentare, rispettando precise norme di sicurezza in campo ambientale e sanitario”. Interessi contrapposti, come si può capire. E il compromesso è più di facciata che reale.

“Nel testo vengono indicati i motivi in base ai quali ogni Stato membro può vietare la coltivazione degli OGM: si va dalle ragioni legate ai rischi del danneggiamento della biodiversità, all’eccessivo sfruttamento del territorio o al pericolo di sviluppare resistenza ai pesticidi. È un passo in avanti rispetto alle più generiche indicazioni contenute nella proposta della Commissione europea. Accanto al fondamentale ruolo dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, viene assegnata una indispensabile funzione di controllo e di regolazione delle produzioni ad ogni singolo Stato membro, nel rispetto delle sue peculiarità ambientali e territoriali e si assicura una maggiore trasparenza nella procedura di autorizzazione o divieto impedendo improprie attività di pressione sugli Stati membri da parte delle multinazionali del settore”. 

In pratica, è stata concessa una “ragione per dir di no” che non riguarda affatto gli ogm in quanto tali, ma semplicemente le “esigenze specifiche” dei singoli paesi. Ricordiamo che gli ogm contravvengono a qualsiasi “principio di precauzione”. Vengono infatti commercializzati senza sapere – né voler sapere – in alcuna misura se siano pericolosi oppure no. Intanto li si fa mangiare alle popolazioni, poi, se si dovesse scoprire che provocano malatie gravi o gravissime si faranno tante cause e si promuoveranno decine di campagne pubblicitarie per dire che non è vero (è avvenuto così per il tabacco). Ma intanto si fanno i soldi…

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