Il prossimo 22 giugno si terrà a Roma il vertice strategico fra il presidente del Consiglio italiano Mario Monti, il presidente francese François Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il capo del governo spagnolo Mariano Rajoy, La conferma ufficiale arriva dal sito del governo che ha iscritto l’appuntamento nell’agenda dell’esecutivo. L’incontro a quattro sarà dedicato alla crisi dell’Eurozona e anticiperà di una settimana un vertice dell’Unione europea previsto il 28 e 29 giugno e che appare sotto molti aspetti decisivo.
Ma il vertice quadrilaterale dei “quattro grandi” dell’Eurozona a Roma, troverà nella Capitale e nel paese un clima e una accoglienza niente affatto festosa e accogliente. Per il 22 giugno infatti è convocato lo sciopero generale di tutta la giornata promosso dai sindacati conflittuali (così preferiscono aggiornare la categoria di sindacati di base) tra cui Usb, Cub,Orsa, SiCobas e altri sindacati. Una giornata di mobilitazione generale e generalizzata che prevede due manifestazioni nazionali, una a Milano (largo Cairoli) e una, appunto, a Roma ( piazza della Repubblica) dove arriveranno i capi di stato di Germania, Francia e Spagna.
La piattaforma dello sciopero generale del 22 giugno appare esplicita e ben mirata. Lo sciopero è stato indetto contro l’attacco alle condizioni e al diritto del lavoro, contro l’aumento della precarietà e contro la possibilità di licenziare senza giusta causa introdotta attraverso la modifica dell’articolo 18; contro l’aumento delle tasse, contro l’IMU e l’aumento dell’IVA; contro l’attacco alla pensione e al diritto alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro; contro le politiche economiche e sociali del governo Monti e il ricatto del debito operato dalle banche e dall’Unione Europea. Nei posti di lavoro e tra i delegati sindacali cresce la spinta affinchè anche la Fiom si aggiunga alla convocazione dello sciopero generale del 22 giugno. “Il 22 giugno il variegato mondo del sindacalismo di base ha proclamato sciopero ed è un fatto positivo sebbene non sia lo sciopero generale di cui abbiamo un disperato bisogno” ha lanciato l’appello Sergio Bellavita della segreteria della Fiom “La proclamazione dello sciopero generale dei metalmeccanici avrebbe il pregio di aggregare tutte le soggettività resistenti. Produrrebbe nuove pressioni verso un gruppo dirigente Cgil appagato dalla finta modifica sull’art. 18”. Anche le Rsu della Same e della Piaggio in un documento comune hanno ribadito la necessità di convocare lo sciopero a difesa dell’art.18, così come hanno affermato i lavoratori della ex ThyssenKrupp che hanno deciso di aderire allo sciopero del 22 giugno.
Con la controriforma sul lavoro in discussione alla Camera e il vertice a Roma di quattro dei maggiori responsabili delle misure antipopolari e antidemocratiche imposte dall’Unione Europea, lo sciopero generale del 22 giugno sembra poter rispondere finalmente alla eterna domanda: se non ora quando?
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