Il governo ellenico formato da Syriza e Anel non ha in programma di sospendere o ridurre il pagamento degli stipendi ai membri della Chiesa ortodossa che in Grecia rappresenta la religione di stato ed ha un forte peso politico e culturale. Lo riferiscono i media ateniesi citando fonti governative secondo cui la Chiesa ortodossa di Grecia paga regolarmente la sua giusta quota di tasse. “Non c’è alcuna questione sugli stipendi”, ha detto il vice ministro delle Finanze Dimitris Mardas ai giornalisti che gli chiedevano se i contribuenti continueranno a sobbarcarsi il pagamento degli stipendi di circa 10.000 religiosi, tra alti prelati, preti e monaci.
Mardas ha realizzato la dichiarazione ripresa dai media al termine di un incontro con l’arcivescovo Ieronymos, leader della influente Chiesa ortodossa di Grecia. “Il pagamento dei salari dei religiosi è un dovere di reciprocità da parte dello Stato dopo che la Chiesa ha dato in cambio allo Stato certe sue proprietà”, ha detto Ieronymos aggiungendo che la Chiesa “è tassata correttamente e forse anche un po’ di più di altre organizzazioni”. Da parte sua, il segretario generale per gli affari religiosi, Giorgos Kalantzis, ha confermato quanto detto dall’alto prelato sottolineando che a causa della crisi economica anche gli stipendi dei religiosi sono stati ridotti nella stessa percentuale di quelli dei dipendenti del settore pubblico e che la Chiesa di Grecia paga le imposte sui redditi e sulle proprietà come tutte le altre organizzazioni. Soltanto i luoghi di culto e gli edifici utilizzati per opere di carità, come le case di riposo e le mense per i poveri, sono esenti dal pagamento della tassa di proprietà, ha precisato Kalantzis. In realtà, esattamente come in Italia, moltissime delle proprietà dalle quali la Chiesa Ortodossa ellenica ricava lauti guadagni sono considerate “luoghi di culto” e quindi esentate dal pagamento delle imposte dovute.
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