Il governo dell’Ecuador ha celebrato la sentenza della Corte permanente di arbitrato dell’Aja che lo esime dal pagamento di qualsiasi risarcimento alle popolazioni amazzoniche colpite dalla contaminazione ambientale, nell’ambito della causa contro la multinazionale statunitense Chevron Texaco.
La Corte ha accolto le argomentazioni presentate dall’Ecuador respingendo la richiesta del colosso petrolifero statunitense, ed ha stabilito che il cosiddetto Acuerdo de Liberación firmato tra lo Stato e la Chevron Texaco nel 1995 “non è stato un impedimento alla presentazione della querela ambientale” contro Chevron per lo sversamento di nella regione amazzonica.
“La decisione di oggi è un passo importante nella giusta direzione e sostiene adeguatamente la posizione assunta dalla difesa dello Stato” ha detto il procuratore generale dell’Ecuador, Diego Garcia, esprimendo sostegno alle comunità indigene per la “responsabilità Chevron per l’inquinamento provocato in quanto risultato delle sue attività in Amazzonia.”
Il 23 Settembre 2009, Chevron Texaco aveva presentato una richiesta di arbitrato nei confronti dello Stato ecuadoriano, denunciando una presunta violazione del trattato bilaterale di protezione degli investimenti (Bit), in un caso noto come Chevron III. Così facendo pretendeva che lo Stato ecuadoriano fosse ritenuto responsabile per le conseguenze del processo sulla vicenda Lago Agrio, ovvero il contenzioso avviate dalle comunità indigene contro la società statunitense per danni all’ambiente a causa delle operazioni in Amazzonia.
Questa sentenza declina ogni responsabilità dell’Ecuador in relazione al pagamento della sanzione imposta alla Chevron Texaco.
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