Familiari e compagni dei 43 ‘normalistas’ – studenti della Escuela Normal Rural di Ayotzinapa, scomparsi il 26 settembre scorso dopo un attacco da parte di poliziotti e narcos – hanno ufficializzato la loro decisione: boicotteranno le elezioni del 7 giugno nello stato del Guerrero, nella parte meridionale del Messico.
“Votare a Guerrero è votare per i narco-politici” denunciano parenti e amici dei ragazzi. In base all’inchiesta ufficiale, i giovani sono stati massacrati e fatti ‘scomparire’ da un cartello della droga agli ordini di poliziotti corrotti e autorità locali, fra cui il primo cittadino di Iguala, il municipio in cui erano andati a manifestare, e sua moglie, entrambi detenuti.
“A Guerrero non ci saranno elezioni perché il voto per la classe politica significa votare per i narcos. Tenere le elezioni significa la morte. Pertanto, chiediamo che la classe politica sia ripulita, perché altrimenti continueranno a verificarsi casi simili” ha spiegato Melitón Ortega, portavoce delle famiglie delle vittime, nel corso di una conferenza stampa.
I parenti dei giovani ‘desaparecidos’ hanno ribadito che consentiranno lo svolgimento delle elezioni solo se i loro figli torneranno a casa vivi e se i politici di Guerrero faranno pubblica ammenda impegnandosi formalmente a rompere ogni legame con la criminalità organizzata.
“I responsabili dei fatti erano funzionari pubblici, membri della Polizia Municipale, l’ex sindaco di Iguala e di sua moglie. Servitori pubblici che sono stati eletti dai cittadini. (…). Nello stato di Guerrero parlano di elezioni, ma avallarle è votare per i criminali” ha sostenuto anche Isidoro Vicario, avvocato dell’organizzazione non governativa Vicario, che assiste i parenti dei ‘normalistas’.
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