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Nepal: scioperi, scontri e arresti

“Dal momento che c’è il rischio di perdere i risultati ottenuti attraverso decenni di lotta, esorto i partiti di opposizione di ritirare tutti i programmi di protesta e di creare consenso attraverso colloqui, coordinamento e unità”, ha detto il primo ministro del Nepal, Sushil Koirala, dopo aver saputo che i colloqui dell’Assemblea costituente, previsti per ieri, erano stati nuovamente rimandati di una settimana a causa della forte protesta organizzata dai 19 partiti dell’opposizione.
Ieri mattina la polizia ha arrestato dozzine di manifestanti che hanno cercato di imporre uno sciopero nazionale e costretto fabbriche, scuole e trasporti pubblici a chiudere. L’opposizione, guidata dal leader maoista Pushpa Kamal Dahal, noto come Prachanda, del partito comunista unificato del Nepal (Ucpn-M), protesta contro il piano della coalizione governativa di votare la nuova costituzione senza il loro consenso e quello delle altre opposizioni.
I funzionari della polizia hanno detto che numerose forze speciali di sicurezza sono state schierate a Kathmandu ed in altri centri del paese in vista dello sciopero di tre giorni organizzato dall’alleanza dei partiti di opposizione. Decine gli arresti, tra cui 13 funzionari di partito, comunicati finora dalla polizia. “I partiti di governo ci hanno costretto a chiamare questo sciopero. La nuova costituzione deve essere redatta sulla base del consenso, come previsto dall’accordo di pace. I partiti al governo non possono sfruttare il loro stato di maggioranza per fare quello che vogliono” ha detto ai media locali Prem Bahadur Singh, portavoce dell’opposizione.

Un punto critico fondamentale riguarda la definizione delle province autonome interne, con l’opposizione che spinge per la creazione di nuove province secondo linee che possano favorire le comunità etniche storicamente rimaste emarginate e i partiti al governo che considerano questo modello come una minaccia all’unità nazionale.

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