La magistratura turca ha confermato nel secondo giorno di processo le pene richieste dall’accusa nei confronti di otto dirigenti della Soma Komur, l’impresa che gestiva la miniera di lignite nella quale un anno fa morirono 301 lavoratori, bruciati vivi o soffocati nelle gallerie dopo un’esplosione a causa della mancanza assoluta di misure di prevenzione e sicurezza.
Nella sua requisitoria l’accusa ha chiesto venticinque anni di carcere per ciascuna vittima e tre anni per ciascuno dei 162 feriti: per gli otto dirigenti l’accusa è quella di aver deliberatamente trascurato la sicurezza dei minatori imponendo loro condizioni di lavoro indegne pur di massimizzare i profitti. Complessivamente l’accusa ha chiesto 8.011 anni per ciascun imputato.
Gli imputati, che inizialmente avrebbero dovuto essere interrogati in teleconferenza per evitare possibili incidenti in tribunale, sono invece presenti in aula come richiesto dei familiari delle vittime; il presidente della società, Can Gurjkan, dovrebbe testimoniare nel pomeriggio di oggi.
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