João Vaccari, tesoriere del Partito dei Lavoratori (Pt) della presidente Dilma Rousseff, è stato arrestato oggi a San Paolo nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo per corruzione che ha travolto il colosso petrolifero statale Petrobras. Secondo fonti giudiziarie del Paraná, Vaccari sarà trasferito a breve a Curitiba, nel sud del paese.
Il tesoriere è stato prelevato dalla sua abitazione; sua moglie, Giselda Rousie de Lima, è stata obbligata a deporre di fronte agli inquirenti mentre sua cognata, Maurice Correa de Lima, è stata fermata, sempre a San Paolo.
Secondo la testimonianza del ‘trader’ Alberto Youssef, milioni di reais provenienti dalle casse di Petrobras sarebbero finiti su un conto intestato a Giselda nel 2008. Anche Correa de Lima avrebbe ricevuto soldi provenienti da tangenti versate da imprese di costruzione a Petrobras in cambio di contratti.
Venerdì scorso Vaccari ha testimoniato di fronte a una commissione parlamentare d’inchiesta negando ogni accusa, difendendo la legittimità delle donazioni elettorali ricevute dal partito ed escludendo collusioni con Youssef e l’ex dirigente di Pertrobras Pedro Barusco, i suoi due accusatori. Ha però ammesso non meglio precisati “contatti” con persone implicate nello schema di corruzione svelato dalla cosiddetta Operação Lava-Jato (operazione autolavaggio), avviata nel marzo dell’anno scorso.
Intanto il giurista Luiz Edson Fachin, 57 anni, è stato scelto dalla presidente Dilma Rousseff per occupare il posto lasciato dopo 41 anni da Joaquim Barbosa alla guida del Supremo tribunale federale del Brasile (Stf).
Docente di diritto civile all’Università federale dei diritto del Paraná (Ufpr), Fachim “ha tutti i requisiti necessari per l’esercizio del più alto incarido per la magistratura del paese” si legge in una nota ufficiale. La sua nomina deve essere ora approvata dal Senato.
Fachim è stato scelto per prendere il posto di Barbosa, ritiratosi nel luglio 2014 dopo aver presieduto il cosiddetto “processo del secolo” sul più grande scandalo per corruzione scoppiato in Brasile, quello del ‘mensalao’, la tangente mensile pagata ai parlamentari dell’opposizione affinché votassero i disegni di legge del governo, che ha portato in carcere i vecchi vertici del Partito dei Lavoratori (Pt).
Annunciando la sua rinuncia lo scorso anno Barbosa argomentò di aver preso la decisione dopo che “diversi avvocati” degli imputati – ex ministri, ex legislatori, banchieri, imprenditori – avevano imboccato nei suoi confronti un’offensiva di stampo “politico”. Fra gli altri, Barbosa ha sostenuto di essere stato minacciato dall’avvocato Luiz Fernando Pacheco, difensore dell’ex presidente del Pt, José Genoino.
Primo afrobrasiliano chiamato a presiedere il Stf, Barbosa ha portato in carcere anche il capo di gabinetto del presidente Lula, José Dirceu, il che gli ha portato molta popolarità nonché sollevato interrogativi sulle sue possibili aspirazioni politiche.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa