La Turchia ha avviato la costruzione della sua prima centrale nucleare, un controverso progetto da 20 miliardi di dollari fortemente criticato dagli ambientalisti e da alcuni partiti della sinistra ma che Ankara spera conceda al paese l’autosufficienza sul fronte energetico.
La centrale nucleare, ad Akkuyu nella provincia di Mersin, sulle rive del Mediterraneo, sarà realizzata – come avvenuto in Iran per il primo impianto del genere – dall’agenzia nucleare russa Rosatom. Lo “sviluppo non può realizzarsi in un Paese senza energia nucleare”, ha dichiarato il ministro turco dell’Energia, Taner Yildiz, nel corso di una cerimonia cui ha partecipato anche il capo di Rosatom, Sergei Kiriyenko, e altri vertici di varie società coinvolte.
Si tratta della prima di tre centrali nucleari che la Turchia intende realizzare, per ridurre la sua dipendenza energetica da esportatori come Russia e Iran. La seconda centrale sarà realizzata un consorzio franco-nipponico a Sinop, sul Mar Nero, mentre per la terza non è ancora stata individuata l’area. “Se avessimo costruito questa centrale nucleare dieci anni fa, avremmo risparmiato 14 miliardi di dollari in acquisto di gas naturale”, ha spiegato Yildiz.
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