Un altro barcone carico di migranti è naufragato davanti alla costa orientale di Rodi, nel sud del Mare Egeo, questa mattina. Per ora sono stati recuperati solo tre corpi – quello di un bambino di soli sei anni, di una donna e di un uomo – mentre 93 persone sono state messe in salvo ma basandosi sulle testimonianze dei superstiti si temono molte altre vittime. Stando alle prime informazioni fornite da testimoni che al momento del naufragio si trovavano sulla spiaggia di Zephyros di fronte alla quale il barcone ha cominciato ad inabissarsi dopo aver urtato contro uno scoglio, sull’imbarcazione c’erano almeno 200 persone che sarebbero saltate in acqua senza attendere i soccorsi ed hanno cominciato a dirigersi a nuoto verso terra sotto gli occhi sbigottiti di residenti e turisti accorsi sul posto.
Diversi migranti sono riusciti a mettersi in salvo aggrappandosi ai pezzi del natante disintegratosi nell’impatto con gli scogli e grazie al pronto intervento dei soccorsi greci ma anche della popolazione. Finora sono state circa 30 le persone ricoverate in ospedale, ma nessuna si trova in condizioni gravi.
Secondo le autorità greche il barcone era partito dalle coste della vicina Turchia ma i trafficanti avevano abbandonato l’imbarcazione quando ancora si trovava al largo dell’isola di Rodi.
L’afflusso di migranti in Grecia dalle coste occidentali turche è triplicato nel primo trimestre del 2015. Si tratta soprattutto di migranti originari dell’Afghanistan, dell’Africa subsahariana e del Medio Oriente, in particolare dalla Siria e dall’Iraq. La settimana scorsa erano arrivati più di 700 migranti s Lesvos, alcune centinaia di chilometri più a Nord di Rodi sempre nel Mar Egeo.
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