Negli Stati Uniti il parlamento del Nebraska ha approvato una legge che abolisce la pena capitale con 30 voti favorevoli e 19 contrari. Grazie alla larga maggioranza che ha appoggiato la legge, il governatore dello stato, il repubblicano Pete Ricketts, non ha potere di veto. Infatti il parlamento aveva già votato e approvato per tre volte una legge che prevedeva l’abolizione della pena di morte, ma il governatore del Nebraska aveva usato il suo potere di veto per bloccarla.
Questa volta il provvedimento è stato appoggiato da una coalizione che comprende anche i conservatori. Il Nebraska è il primo degli stati conservatori degli Stati Uniti ad abolire la pena di morte dal 1973; altri 18 stati e lo stato di Washington hanno già preso provvedimenti simili. L’ultimo stato ad aver abolito la pena di morte è stato il Maryland nel 2013. In Nebraska non è stata eseguita nessuna pena capitale dal 1997 e dieci detenuti si trovano ancora nel braccio della morte.
Intanto ieri Paula Cooper, figura simbolo per le campagne contro la pena di morte negli Stati Uniti, è stata trovata morta all’età di 45 anni a Indianapolis. La polizia ritiene che si sia suicidata con un colpo d’arma da fuoco. Nel 1986, quand’era ancora minorenne, Cooper diventò la più giovane detenuta rinchiusa in un braccio della morte: fu condannata alla pena capitale dopo che confessò di aver accoltellato a morte un’anziana insegnante di religione per derubarla insieme a un gruppo di coetanei.
Il caso mise in risalto l’atrocità della legge dell’Indiana che ammetteva la pena di morte per i bambini sopra i dieci anni e scatenò pesanti proteste su scala internazionale. Contro la condanna a morte della Cooper furono raccolte due milioni di firme per sensibilizzare le Nazioni Unite. Dopo tre anni, la condanna fu commutata a 60 anni di reclusione, che diventarono 27 per buona condotta. Cooper era uscita di prigione, in libertà condizionata, due anni fa.
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