“Dal 2011, quando in Grecia è cominciata la crisi economica, circa 10mila persone si sono tolte la vita. L’equivalente degli abitanti di una città, non un piccolo villaggio. Una città è stata spazzata via dalla mappa della Grecia e mio figlio era una di queste persone”. Le drammatica dichiarazione è venuta da Theodoros Giannoros, responsabile dell’Elpis Hospital di Atene, nel corso di una video-intervista apparsa sul sito del Corriere della Sera e ripresa oggi da numerosi media greci.
Nell’intervista, intitolata “Il conto della disperazione? Diecimila suicidi in cinque anni, l’ultimo quello di mio figlio”, Giannoros – parlando in inglese – dice inoltre: “Non so se qualcuno può spiegare che cosa è successo. Molte persone hanno cercato di suicidarsi, ma sono state salvate, mentre altre 10mila sono già morte”.
“Adesso – ha detto ancora il medico con la voce velata dall’emozione – le banche hanno cominciato a prendersi le nostre case. Quante altre persone devono trovare morte per capire?”, si è chiesto riferendosi ai debiti dei cittadini nei confronti degli istituti di credito venutisi a creare in conseguenza della crisi e dei diktat dell’Unione Europea ripresi dai governi di Atene. “Questa è una domanda alla quale non sono in grado di rispondere – ha aggiunto -. Tutto quello che io so è che abbiamo tutti lo stesso cuore, lo stesso sorriso e gli stessi occhi tristi delle altre persone nel resto del mondo, ma siamo così chiusi all’interno dell’Europa”.
“In Germania, se un cane muore in malo modo, la notizia finisce sulle televisioni e sui giornali. Avete sentito parlare di 10mila persone che si sono ammazzate (in Grecia)? Penso proprio di no perché, al momento, la vita umana non ha alcun valore. Posso solo dire che mi vergogno di essere europeo”, ha concluso Giannoros.
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