Due ex ministri del governo Lula sono indagati nell’ambito della maxioperazione Lava Jato, che coinvolge politici e imprenditori nel riciclaggio di denaro sporco e nella corruzione dell’azienda petrolifera statale Petrobras.
La Polizia Federale ha chiesto i dati dei viaggi all’estero di José Dirceu, ex ministro della Casa Civile (con funzioni di capo di Gabinetto, coordinamento con i Ministeri e rapporti con il Parlamento).
Le indagini riguardano servizi di consulenza prestati e riscossioni milionarie da parte di aziende contrattiste di Petrobras coinvolte in casi di corruzione. Concretamente, gli inquirenti sospettano che Dirceu abbia utilizzato la sua ditta, la JD Assessoria e Consultoria, per dissimulare mazzette sotto forma di pagamenti per consulenze. Dalla Engevix, una delle contrattiste, l’ex ministro ha riscosso tra il 2008 e il 2012 2,6 milioni di reais (circa 746.000 euro). Parte di questo denaro è stato pagato attraverso l’azienda di Milton Pascowitch, in carcere da maggio per il caso Lava Jato. Altri pagamenti riguardano la ditta Camargo Corrêa, due dirigenti della quale sono tra i collaboratori dei pm nella maxioperazione.
L’ufficio stampa di Dirceu ha assicurato che l’ex ministro ha effettuato circa 120 viaggi nel periodo in questione, alcuni dei quali riguardavano gli affari con la Engevix e la Camargo Corrêa.
Nessuna accusa formale è stata ancora formulata contro di lui.
D’altra parte, un altro ministro dell’era Lula è indagato per avere chiesto in condizioni sospette 2 milioni di reais all’agente di cambi Alberto Youssef —testimone chiave nel Lava Jato— per la campagna elettorale dell’allora candidata alla presidenza Dilma Rousseff.
La deposizione che chiama in causa l’ex ministro dell’Economia Antônio Palocci è stata data dall’ex direttore di forniture della Petrobras Paulo Roberto Costa, che ha dichiarato che Youssef gli chiese nel 2010 il suddetto contributo da parte di Palocci (che in quel momento non era più ministro). Secondo Costa, il denaro sarebbe uscito dalla cassa del Partido Progressista, che aveva il controllo della direzione di Forniture della Petrobras.
Youssef ha negato tassativamente il fatto, e anche la difesa di Palocci nega le accuse.
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