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Tweet contro Erdoğan, giornalista condannato a 21 mesi di carcere

Il direttore del quotidiano turco Today’s Zaman (controllato da Hizmet, l’organizzazione guidata dall’imprenditore/imam Fethullah Gulen) Bülent Keneş, è stato condannato a ben 21 mesi di carcere da un tribunale di Ankara con l’accusa di aver insultato con un messaggio su Twitter il presidente Recep Tayyip Erdoğan. La pensa è stata sospesa dal giudice ma si tratta comunque di un segnale inequivocabile. La sentenza arriva in un periodo di grande preoccupazione per le ripetute incriminazioni di giornalisti, blogger e oppositori per reati d’opinione e, in generale, per la repressione della libertà di stampa nel paese. Pochi giorni prima delle elezioni del 7 giugno – perse dall’Akp di Erdogan che non sembra ora in grado di formare un governo – aveva suscitato indignazione una dichiarazione del presidente che aveva chiesto l’arresto e una condanna all’ergastolo per il direttore di un altro quotidiano inviso al regime, Cumhuriyet, Can Dündar, reo di aver pubblicato un vide, foto e testimonianze che rivelavano l’invio di armi da parte del governo della Turchia ai ribelli islamisti siriani.

Il tweet incriminato, pubblicato nel luglio del 2014, affermava che la defunta madre del presidente, Tenzile, si sarebbe vergognata di lui: “Per fortuna, la madre degna di rispetto di quest’uomo vergognoso, non ha vissuto abbastanza per vedere che razza di figlio avesse, si è risparmiata questa tortura” aveva scritto il giornalista. La difesa di Keneş si basava sul fatto che la legge turca sulla libertà di parola dovrebbe difendere i giornalisti che criticano i politici e che nel suo tweet non era menzionato esplicitamente Erdoğan. 

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