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Sommergibili cosacchi e missili ottomani

A quanto pare, non a torto si scrive sempre più di frequente di una comune ideologia autoritaria e di simpatie neonaziste, sia da parte della junta golpista di Kiev, che della Turchia di Recep Erdoğan, senza parlare poi della collaborazione turco-ucraina in campo anti(?)terroristico. La comunanza di idee è così manifesta che rischia di sfociare in spiacevoli incidenti, se i due partner fanno a gara a spararla più grossa.
Appena un mesetto fa gli eredi di Taras Bulba avevano spiattellato al mondo che la Gioconda leonardiana aveva origini ucraine, essendo i nonni nativi di Odessa e di Kiev; ancor prima, avevano rivelato che le origini di Buddha erano da ricercarsi nientemeno che a Zaporože, dove poi i cosacchi avrebbero creato nel XVI secolo anche la prima flotta sottomarina al mondo. La brama per le avventure subacquee e la mania, comune a quelle ideologie autoritarie, a presentarsi come “i primi”, “i più forti”, “i più ingegnosi”, può giocare brutti scherzi, se le sparate non vengono sincronizzate e concordate. Dunque, gli storici turchi sbattono oggi in faccia a Kiev che l’Impero ottomano, nel XVIII secolo, “nell’epoca dei tulipani”, non ha inventato solo i sommergibili, ma anche i missili. Peccato che, col tempo, sostengono quegli stessi storici, le conoscenze in quel campo siano andate perdute.
E alla junta ucraina le cose vanno male non solo sul piano “culturale”, pittorico, scientifico e inventivo, ma anche nel campo a loro più consono: i “possessi” territoriali. Dopo gli atlanti francesi; dopo la réclame della Coca Cola; dopo le riviste italiane, che nelle loro pubblicazioni tratteggiano la Crimea come russa, ora la casa editrice ceca Ottovo Nakladatelství ha pubblicato un “Atlante calcistico del mondo”, in cui la penisola è contrassegnata come territorio russo.
Se la questione non fosse così tragica e pericolosa, verrebbe da dire che presto Ankara vorrà pubblicare nuove carte geografiche che inglobino la Siria in territorio ottomano.

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