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Siria. I curdi accolgono i rifugiati di Aleppo

Afrin (Siria), 12 febbraio 2016, Nena News – Nella città di Afrin, nella regione autonoma curda di Rojava, il Kurdistan occidentale, sono arrivati più di 10.000 rifugiati siriani in fuga dai combattimenti di Aleppo. Situato nell’angolo nord-ovest della provincia di Aleppo, Afrin è il più occidentale dei quattro cantoni che compongono il Rojava, una fascia di territori curdi nel nord della Siria, amministrati dal Partito dell’Unione Democratica.

Al Robar camp, nella regione di Afrin, controllata dall’Unità di Protezione Popolare, sono state trasferite dalla campagna a nord-ovest di Aleppo almeno 2.500 famiglie, dopo il raggiungimento di un accordo tra fazioni dell’opposizione siriana e Ypg per l’apertura di un corridoio umanitario tra la città siriana settentrionale di Azaz e Afrin.

Tra i rifugiati ci sono anche centinaia di civili siriani tornati indietro dal valico di Kilis. “Abbiamo aspettato quasi una settimana che le autorità turche aprissero le frontiere a Kilis. È tutto chiuso. Nessuno di noi è passato. Siamo rimasti per giorni sul lato siriano del confine, dormendo solo qualche ora per notte – ci racconta  Layal – Alcuni di noi sono stati distribuiti in scuole e campi nella zona Afrin, mentre altri sono stati spostati nella campagna di Idlib”.

I valichi tra Siria e Turchia sono chiusi da almeno dieci mesi. L’accesso in Turchia è permesso solo per cure mediche, solo a rifugiati con lesioni gravi. A tutti gli altri è stato rifiutato l’ingresso, lasciando anziani e bambini in condizioni critiche, al di fuori dei cancelli e delle reti di filo spinato che indicano il confine turco.

L’Ypg hanno ripreso il controllo del villaggio di Dayr Jamal, nell’area a nord di Aleppo, e il controllo della strada 214 fino a Afrin, così possono continuare a permettere il trasferimento scortato dei rifugiati con autobus. Da circa una settimana i rifugiati si stanno riversando  in questo fazzoletto di terra curda. Tappeti, materassi e sacchi di plastica, circondano le famiglie siriane sfinite da chilometri di cammino.

“Centinaia di raid aerei russi, munizioni a grappolo e missili, come la pioggia, hanno invaso l’aria del quartiere di al-Shaar, controllato dai ribelli, ad Aleppo – continua Layal – Afrin non è bombardata né dai russi, né dal regime, né dall’opposizione”.

Il Comando Generale dell’Ypg, ala militare del  Partito dell’Unione Democratica curdo, ha stabilito un piano di accoglienza per i rifugiati provenienti da Aleppo. Le autorità curde stanno fornendo mezzi di trasporto, coperte e medicine. Ma nonostante gli sforzi, gli aiuti non sono sufficienti e molti civili dormono a terra e bevono acqua non potabile. Le razioni alimentari messe a disposizione dal governo del Rojava non riescono a coprire le necessità di base delle decine di migliaia di rifugiati arrivati in meno di 24 ore a Afrin.

Continuano a sorgere nuovi piccoli campi spontanei, attorno al campo ufficiale di Robar. Attivo dal settembre del 2014, a Robar vivono già 30mila sfollati interni, per la maggior parte provenienti dalle città siriane di Homs e Hama. Nei campi spontanei la mancanza di servizi fognari e di servizi di distribuzione di acqua rende le condizioni igieniche drammaticamente scadenti. Materassi, coperte e tende di plastica di fortuna vengono condivisi da più persone. I ambini, malnutriti e a piedi nudi, riempiono le loro lunghe giornate giocando con corde per saltare, sacchi polverosi e pietre. 

da http://nena-news.it/

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