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La Festa della vittoria dei fascisti nel Donbass

Mentre in tutte le maggiori città della Russia e in vari centri di altre ex Repubbliche sovietiche si celebrava ieri il 71° anniversario della vittoria nella Grande guerra patriottica e l’avvenimento veniva ricordato con grandiose manifestazioni anche nel Donbass libero dall’occupazione golpista, Kiev continuava ad ammassare uomini e mezzi bellici lungo la linea di demarcazione con le milizie.

La ricognizione della Donetsk ha scoperto sistemi razzo “Grad”, artiglierie semoventi e obici trainati “D-30” ucraini, addirittura a poche centinaia di metri dal fronte in alcune aree meridionali della Repubblica popolare di Donetsk. Rinvenute anche alcune decine di casse di mine. I neonazisti del battaglione “Azov”, invece, celebrando a modo loro il 9 Maggio, hanno attaccato ieri alla maniera squadristica alcuni uomini della 36° Brigata di fanteria di marina ucraina che, nella zona di Mariupol, a dispetto dei vertici golpisti, festeggiavano la giornata insieme ad anziani veterani della lotta di liberazione.

Non è questa la prima volta che i nazionalisti banderisti attaccano le stesse truppe ucraine, da essi considerate non abbastanza combattive e patriottiche. Sempre per ricordare, in stile fascista, l’anniversario della vittoria sulla Germania nazista, i cecchini dell’esercito di Kiev sono stati “invitati” a esercitarsi sui civili del Donbass che portassero il nastro di San Giorgio, simbolo della vittoria. E’ accaduto, in particolare, nell’area di Gorlovka dove, secondo Eduard Basurin – vice comandante di corpo della DNR – sono stati registrati diversi casi del genere, fortunatamente senza vittime.

Ma il fatto più grave che, se venisse confermato, getterebbe una luce nuova sull’effettivo valore della “imparzialità” di certe istituzioni “europeiste”, riguarda le informazioni, ricevute dall’intelligence militare della DNR, circa alcuni osservatori Osce che, con le auto di servizio della missione, avrebbero trasportato casse di munizionamento 7,62 mm per le truppe del 1° battaglione della 56° Brigata ucraina. Eduard Basurin ha chiesto alla missione Osce di “condurre un’indagine” per accertare il fatto.

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