In Francia, i cittadini di origine straniera sono discriminati e troppo spesso non hanno accesso a diritti fondamentali come quello alla salute o all’istruzione. Lo afferma un rapporto stilato dal Difensore dei diritti, autorità indipendente che vigila sul comportamento della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini, con un’attenzione particolare al trattamento dei minori.
“L’idea di trattare diversamente le persone che non hanno nazionalità francese, di riconoscere loro meno diritti che ai cittadini – spiega in apertura il rapporto – è così usuale e condivisa da lasciar credere che la questione della legittimità di una tale distinzione sia priva di interesse”. In oltre 350 pagine di analisi, Jacques Toubon, nominato Difensore nel 2014 dopo aver diretto il Museo dell’Immigrazione di Parigi, elenca una lunga serie di discriminazioni codificate, dalla regole per beneficiare di una pensione a quelle sui sussidi familiari.
Il problema più grave però, secondo il rapporto, è il divario tra i diritti ufficialmente sanciti e quelli concretamente applicati da prefetture e municipi. Tra richieste di documenti in realtà non necessari, rifiuto di garantire servizi che a norma di legge sarebbero innegabili e allungamenti immotivati dei tempi, il rapporto tra stranieri, regolari e non, e pubblica amministrazione si trasforma troppo spesso in un calvario, denuncia Toubon. Chiedendo esplicitamente al ministero dell’Interno di intervenire per “impedire la propagazione di interpretazioni del diritto divergenti e illegali”, anche ricordando “regolarmente quello applicabile”.
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