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Migranti, la Turchia minaccia l’Unione Europea

Ankara continua il braccio di ferro con l'Unione Europea sulla legge antiterrorismo, che Bruxelles chiede di ammorbidire in cambio della concessione della liberalizzazione dei visti. "Abbiamo detto chiaramente all'Ue che nella situazione attuale non è possibile fare emendamenti alla legge antiterrorismo" ha affermato il premier turco, Binali Yildirim, nel corso di una conferenza stampa congiunta ad Ankara con il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. "L'Ue deve capire – ha aggiunto – che la lotta contro il terrorismo in Turchia influenza anche la sua sicurezza", ha aggiunto Yildirim.

Contro l’Ue si è scagliato anche direttamente il presidente Erdogan, che ha accusato Bruxelles di aver trasferito finora al suo regime solo una piccola parte dei 6 miliardi di euro promessi nell'ambito dell'accordo siglato nel marzo scorso sulla gestione dei circa 3 milioni di rifugiati ospitati nel Paese: "Il sostegno dato finora è di 183 milioni di euro. E non li hanno dati a noi, ma all'Unicef. Nessun paese può farcela da solo in questa crisi. Purtroppo, le promesse non vengono mantenute".

La Turchia non "potrà continuare a fermare" il flusso migratorio verso l'Unione europea senza l'esenzione dei visti entro ottobre aveva avvertito nei giorni scorsi il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, in un'intervista al quotidiano greco Kathimerini dopo che le autorità greche hanno reso noto che tra lunedì e martedì è stato registrato un nuovo picco di arrivi di migranti partiti dalle coste turche, 462 persone. "La Turchia ha fatto la sua parte" per fermare il flusso dei migranti dopo l'accordo firmato a marzo con l'Ue e attende dagli europei "che mantengano le loro promesse", tra cui l'esenzione dei visti per i turchi diretti in Europa "al massimo entro ottobre". Se l'Ue non onorerà questo accordo la "Turchia non potrà continuare a fermare sul suo territorio i migranti irregolari" diretti in Europa, ha aggiunto il ministro.

 

MS

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