"Mi sono arruolata come volontaria per vendicare mia sorella che è stata uccisa dall'Isis". Così Yasin, una ragazza yazidi ex schiava dei jihadisti dello stato Islamico diventata "ufficiale" della brigata "Filgie del Sole", composta da 142 donne tra i 17 e i 30 anni appartenenti alla minoranza curda-yazidi riuscite a sopravvivere al genocidio perpetrato nell'agosto 2014 dai jihadisti del Califfato contro la loro comunità.
La tv satellitare curda "Rudaw" ha mandato in onda un video su questa brigata istituita dai peshmerga curdi della regione autonoma del Kurdistan iracheno. "Siamo in 140 e quasi tutte eravamo i mano all'isis ed abbiamo deciso di impugnare le armi perchè non si ripeta l'ingiustizia che abbiamo subito", afferma Yasmin.
"Sono qui per difendere la patria e sono pronta per andare dovunque per combattere, l'Isis non ci fa più paura", dice invece un altra combattente che si chiama Inas Kheiru. La loro missione è "vendicare" il torto subito e proteggere la propria gente, e sono disposte a tutto: "Ci siamo addestrate all'uso di molte armi: lanciarazzi, kalashnikov, Rpg. Siamo volontarie e siamo qui per liberare le nostre sorelle dalle mani dell'Isis", afferma Nadia, un'altra recluta del campo di addestramento di Sinuni, a pochi chilometri dal monte Sinjar, patria degli yazidi a ovest di Mosul liberata dai jihadisti nel novembre del 2015.
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