Si inasprisce il braccio di ferro tra Belgrado e Pristina sulla decisione delle autorità kosovare di porre sotto il proprio controllo la grande miniera di Trepca, di cui la Serbia rivendica la proprietà.
Il governo serbo, che ha esaminato oggi la questione nel corso di una seduta straordinaria, ha inviato una lettera all'Unione Europea evidenziando le pesanti conseguenze della decisione di Pristina sotto l'aspetto giuridico, economico e politico, comprese le prospettive del dialogo in corso con la parte kosovara albanese.
Durissimo il presidente Tomislav Nikolic, che ieri sera ha parlato apertamente di 'rapina' e 'usurpazione' da parte di Pristina nei confronti degli interessi serbi in Kosovo. Si è raggiunta – ha detto – una pericolosa 'linea rossa' sulla quale tutti devono fermarsi e riflettere, sia a Pristina che a Bruxelles.
Da parte sua il premier kosovaro Isa Mustafa, confermando la validità della decisione del parlamento sulla nazionalizzazione di Trepca, ha detto che la Serbia deve finalmente capire che le risorse naturali sul territorio del Kosovo sono di sua proprietà, ricordando come l'indipendenza del Kosovo (proclamata il 17 febbraio 2008) è stata riconosciuta finora da oltre cento Paesi. La Serbia, ha aggiunto, deve accettare questa realtà, descritta come "nell'interesse di entrambe le parti per la normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina".
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