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Almaviva: esuberi e sciopero

Intervista ad Alessio dei Cobas

 

Almaviva Contact SpA annuncia esuberi per la sede di Roma

 

28 marzo 2011 alle ore 12:00 presidio dei lavoratori e delle lavoratrici davanti al Ministero del Lavoro – Via Flavia n.6

 

In data 11 marzo l’azienda Almaviva Contact SpA (ex Atesia) in sede di incontro sindacale nazionale ha dichiarato esuberi sulla sede di Roma motivandoli con la chiusura di alcune commesse. Malgrado alla data dell’ 11 marzo fossero di fatto perse solo alcune commesse (Consip, AVCP e WinJet) per un totale di circa 110 lavoratori, l’azienda ha dichiarato esuberi da 200 a 500 lavoratori, facendo intendere chiaramente che farà ricorso ad ammortizzatori sociali.

I numeri spropositati degli esuberi dichiarati, il trasferimento preventivo di decine di lavoratori

su una delle commessa in scadenza, il voler includere negli esuberi i 60 lavoratori del servizio Alitalia, malgrado si tratti di un trasferimento del servizio a Palermo e non di una perdita di commessa, fanno temere che il tutto sia solo una manovra per scaricare sui lavoratori e sulla collettività il rischio d’impresa e portare avanti una politica di risparmio ai danni dei propri dipendenti. La perdita e l’acquisizione di commesse è elemento strutturale in un’azienda in outsourcing come Almaviva Contact. Lo spostamento del servizio Assistenza Clienti Alitalia da Roma a Palermo ci fa dubitare che si cominci pian piano a spostare lavoro al sud, per usufruire dei previsti incentivi e sgravi fiscali. La stessa Almaviva Contact Spa, in data 14 marzo 2011, ha inserito sul sito ufficiale della Regione Calabria, un annuncio di lavoro relativo ad una ricerca urgente di 200 nuovi operatori per il neo-acquisito call center di Rende (Cosenza).

Si cerca in tutti modi di attingere ai fondi pubblici per scaricare sui contribuenti i costi d’impresa, mentre si continuano ad utilizzare lavoratori LAP e somministrati.

Il pericolo di ammortizzatori sociali grava sulla già misera condizione salariale di migliaia di lavoratori, costretti da 8-9-10 anni ad un part-time obbligato per 600 euro al mese a causa del cosiddetto processo di “stabilizzazione” attuato dall’ex Governo Prodi e dai Sindacati confederali. All’epoca, con un apposito articolo inserito nella Finanziaria 2007 e con successivi accordi con le parti sociali, si depotenziò il verbale ispettivo relativo al lavoro irregolare svolto in Atesia (ora Almaviva contact) e si costrinse migliaia di lavoratori a rinunciare al pregresso per mezzo di una liberatoria in cambio di un contratto subordinato part-time di 20 ore settimanali.

A questi fatti si aggiunge una drammatica situazione del settore, in particolare dei call center: il diffondersi di società che lavorano in outsourcing (nella maggior parte gestiscono i call center di grandi aziende pubbliche e private), inizialmente create ad hoc per liberarsi di lavoratori/trici “troppo costosi”, è in seguito diventata una strategia generale per abbassare il costo del lavoro. In un’azienda che lavora su commesse temporanee sarà sempre più difficile ottenere salario e diritti perché ad ogni commessa in scadenza ci sarà sempre una “puntuale” crisi.

Per denunciare pubblicamente il tentativo dell’azienda Almaviva Contact Spa di abusare di armonizzatori sociali malgrado l’utilizzo di LAP e interinali mentre continua a fare profitti e a crescere aprendo nuove sedi al sud e per denunciare la grave situazione del settore, è stato indetto uno sciopero di 4 ore di tutti i lavoratori Almaviva Contact delle sedi di Roma (12:00-16:00) e un presidio davanti al Ministero del lavoro e delle politiche sociali in via Flavia n.6 dalle ore 12:00 alle ore 16:00.

COBAS Almaviva Contact

Per contatti: info@cobasalmaviva.org

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