Menu

Falcri. In Italia salari bassi ma tassazione altissima

In Italia i salari ai primi posti… per la tassazione!

Aleardo Pelacchi, segretario del sindacato bancari Facri, con riferimento a quanto evidenziato dall’OCSE sui temi dei bassi salari e dell’alta tassazione – degli stessi -, ribadisce quanto proposto nella piattaforma di rinnovo del CCNL di Unità Sindacale Falcri Silcea:

 “Ancora una volta dobbiamo sottolineare come sia stato il fattore lavoro ad assumersi, grazie al contributo fondamentale fornito con impegno e professionalità dalle lavoratrici e dai lavoratori, quelle sostanziali responsabilità che stanno consentendo al Sistema del credito di superare la menzionata “crisi reputazionale” e l’attuale crisi finanziaria.

 In un contesto come quello attuale diventa, pertanto, inaccettabile continuare a rinviare l’ineludibile recupero salariale indispensabile affinché si gettino le basi per affermare il principio fondamentale della giustizia distributiva.

 Unità Sindacale, al fine di proporre la giusta rivendicazione economica, intende partire da un’analisi estremamente sintetica di due problemi strutturali presenti nel nostro Paese: la questione fiscale ed i bassi salari.

 Il tema del “cuneo fiscale” è, evidentemente, un problema che andrebbe definitivamente affrontato e risolto. Il costo vivo sostenuto da parte delle aziende per il lavoro dipendente è tra i più alti tra tutti i paesi aderenti all’OCSE, mediamente occorre moltiplicare per 1,6 la retribuzione lorda per ottenere la cifra indicativa del costo unitario sostenuto da un’azienda per mantenere la collaborazione da parte del dipendente: sembra evidente che questo, in un’ottica di mercati competitivi globalizzati non sia più sostenibile.

 Il risparmio sul mero costo del lavoro dovrebbe essere ottenuto mediante una riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente (IRAP e addizionali IRES).

 Il Sindacato e la Parte Datoriale devono poter rappresentare un unico interesse, capace di influenzare opportunamente le decisioni del Governo, in merito alla riforma fiscale atta al rilancio dell’economia che non può e non deve passare a discapito dei lavoratori che oggi vedono già fortemente compressa la loro capacità di spesa e di investimento bloccando, di fatto, la creazione di quel mercato interno che permetterebbe ad una Nazione sana di superare molto più agevolmente qualsivoglia stato di crisi globale.”

 Aleardo Pelacchi, infine, ricorda che “come riportato dal Rapporto 2010 sul Mercato del Lavoro nell’Industria Finanziaria, nel settore bancario, il rapporto tra la retribuzione netta percepita dal lavoratore ed il relativo costo aziendale è pari a 1:1,90” .

 Roma, 12 maggio 2011

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *