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Roma. Donne e lavoratrici dell’USB contestano la Polverini all’Ospedale San Giovanni

Un gruppo di donne dell’USB ha deciso di dare una prima risposta alla passerella mediatica della Polverini e della sua Giunta Durante l’apertura della campagna per la promozione dell’allattamento al seno del Ministero della Salute e della Regione Lazio , avvenuta nel pomeriggio di oggi all’Ospedale S. Giovanni.

Hanno contestato con cartelli, slogan e la diffusione di un volantino la sanità dei “camper” della Polverini, che, da una parte continua l’opera di smantellamento del servizio sanitario pubblico e dall’altra getta fumo negli occhi con iniziative al limite della provocazione nei confronti di quanti quotidianamente non vedono rispettato il diritto alla salute.

La conferenza stampa, alla quale la Polverini si è ben guardata dal partecipare vista anche la contestazione di ieri al “Race for the cure”, è stata animatamente interrotta dalle rappresentanti di USB – tra l’approvazione generale – per chiedere al DG del S. Giovanni come si concilia l’iniziativa di oggi con la sua disposizione di revoca di tutti i part time, che colpisce in maggior parte le lavoratrici, costrette al rientro in servizio a tempo pieno già dal 1 giugno e come dovrebbero fare le ostetriche e le infermiere a promuovere l’allattamento al seno quando non riescono nemmeno a garantire i parti alle donne in gravidanza per carenza di personale.

QUESTA NON E’ UNA REGIONE PER DONNE

Chi non è d’accordo con la promozione dell’allattamento al seno, con la prevenzione dei tumori femminili, con la riduzione dei cesarei?

Temi di vitale importanza che la Presidente del Lazio Polverini non esita a ridurre a spot in una  continua strumentalizzazione delle donne a proprio vantaggio mediatico.

L’educazione, la prevenzione e la promozione della salute sono, invece, progetti seri capaci di portare frutti solo nel lungo periodo avendo come obiettivo il cambiamento culturale e la conseguente modificazione di atteggiamenti e azioni scorretti e/o dannosi per la salute;  necessitano di tempo, strutture adeguate, formazione del personale e finanziamenti: altro che camper elettorali!

Il progetto di promozione per l’allattamento al seno è nato nel 2002 e ha visto l’adesione di numerose strutture ospedaliere ma, da allora, l’effetto dei tagli alla sanità pubblica, attuati attraverso la politica dei piani di rientro, ne ha completamente vanificato ogni effetto e oggi in questa Regione non sono neppure garantiti i Livelli Essenziali d’Assistenza, figuriamoci la prevenzione!

La carenza di personale d’assistenza, in particolare ostetrico e infermieristico, deputato alla realizzazione di tali progetti e la pessima organizzazione del lavoro dettata dalle Direzioni Generali sono tali che, ormai, si lavora solo in “emergenza”, alimentando errori sanitari, cattive pratiche e aumento degli infortuni sul lavoro.

E, d’altronde, quanto “stia a cuore” la salute delle donne alla Polverini è piuttosto chiaro: consultori insufficienti (ne mancano 120) e avviati alla privatizzazione (Legge Tarzia); riduzione di sale parto e posti letto di ostetricia (S. Eugenio); progetti di ristrutturazione fermi da mesi per mancanza di fondi (Casa della Donna e del Bambino al S. Agostino di Ostia); fino a 180 giorni d’attesa per un pap test e 420 per una mammografia, tanto per fare qualche esempio.

Per non parlare dell’ultimo attacco sferrato dai Direttori Generali, scelti dalla stessa Polverini, ai contratti di lavoro part time che per il 90%  riguardano proprio le  donne.

Lavoratrici costrette a rinunciare ad una parte consistente di salario per prendersi cura di bambini, anziani, disabili e sopperire così alla carenza di servizi sociali di questa regione.

Il loro obbligatorio rientro in servizio già dal 1 giugno – proprio a ridosso della chiusura delle scuole – oltre a spingere una parte di esse alle dimissioni forzate rischia di generare un enorme danno sociale e personale … Presidente Polverini c’hai un “camper” pure per  questo?!

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