Licenziato da Trenitalia il 21 gennaio scorso, il capotreno Sandro Giuliani e i suoi compagni di lavoro si sono dati appuntamento questa mattina a Roma, via Marsala vicino alla Stazione Termini, per un’assemblea pubblica nella quale hanno presentato e messo a punto le prossime iniziative per fare sentire la loro voce contro il licenziamento di Sandro…
Un licenziamento che i sindacati Orsa, Fast e Filt-Cgil hanno definito illegittimo ed ingiustificato.
A Sandro vengono contestate la sua presenza in cabina con il macchinista (presenza prevista dalla norma quando ci si trova in presenza di un macchinista solo) e presunti comportamenti che violano gli articoli riguardanti la procedura per la chiusura delle porte. Insomma norme e disposizioni relative all’espletamento dell’attività lavorativa e che Sandro ha sempre seguito, tentando di garantire la propria sicurezza e quella dei viaggiatori.
Ma il cuore di una vicenda che potrebbe sembrare fatta di norme, regolamenti, disposizioni e interpretazioni che spesso si contraddicono tra loro, lo centra puntualmente il Professor Alleva, avvocato anche di Sandro Giuliani e noto giuslavorista, presente oggi all’assemblea organizzata per Sandro. “Ci troviamo davanti al solito atteggiamento repressivo e intimidatorio di Trenitalia nei confronti delle organizzazioni e dei lavoratori dissenzienti. Ci possono anche essere divergenze di interpretazione su questioni riguardanti l’organizzazione lavorativa – ci ha dichiarato Alleva – ma, come in questo caso si tratta di verificare i compiti prevalenti del capotreno, capire le problematiche sollevate, invece l’Azienda colpisce in modo forte e poi semmai si verifica, ma a licenziamento fatto. Lo hanno fatto con Dante, con Sandro, con i macchinisti per la vicenda dell’angente solo. Insomma un atteggiamento antisindacale e incivileâ€. Quanto al profilo tecnico di questo licenziamento, l’avvocato Alleva punta il dito sulla questione delle mansioni del capotreno: “deve occuparsi della sicurezza e quindi stare in cabina con il macchinista o stare dietro ad obliterare i biglietti? Che l’azienda voglia fargli fare il bigliettaio è cosa comprensibile, ma le sue disposizioni non possono superare quelle dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, che, essendo disposizioni che prescindono dall’aspetto commerciale, prevedono che il posto del capotreno sia in cabina sui mezzi leggeri e condotti da un solo macchinistaâ€. Se c’è, come sembra, una problematica sollevata anche in precedenza dal capotreno Giuliani perché l’azienda non è intervenuta per verificare e risolvere il problema ma ha scelto di entrare a gamba tesa con un provvedimento estremo e abnorme come il licenziamento? Davanti a questa domanda la risposta dei compagni di lavoro di Sandro è quella di mantenere alta l’attenzione su questo licenziamento attraverso il coinvolgimento dei sindacati, dei pendolari, delle forze politiche e delle istituzioni. Il prossimo appuntamento potrebbe essere a Piazza della Croce Rossa per chiedere il reintegro di Sandro al suo posto di lavoro, che ha svolto con serietà per 29 anni.
All’assemblea sono intervenuti anche Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom, Cesare Salvi e Paolo Ferrero.
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da “Diritti distorti”
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