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Libia. Guerra in stallo: Frattini e soci non sanno che pesci pigliare

 

Fantastico Frattini. Di fronte all’incapacità della guerra umanitaria di schiodare Gheddafi, dopo aver alzato peana per il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il Colonnello, ora dice che devono essere i libici a decidere che ne sarà di lui quando toglierà il disturbo. L’ha detto ieri a margine dell’incontro a Roma con il vice-presidente del Cnt di Bengasi, Ali al Isawi. Frattini è come gli insorti libici: questi (l’ha ripetuto anche ieri al Isawi) annunciano sempre come «imminente» la spallata finale contro Tripoli, lui annuncia sempre come «imminente» l’arrivo a Bengasi di centinaia di milioni di euro. Gli insorti, la Nato, Sarkozy, Frattini non sanno che pesci pigliare. E sperano nell’inviato Onu al Khatib per arrivare a una soluzione di compromesso. Che non prevede neppure più la condizione (infinite volte sostenuta come sine qua non da Frattini e soci) dell’uscita «preventiva» di Gheddafi ma l’uscita di Gheddafi come conclusione di un processo negoziale.

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