Da oggi la protesta USB delle educatrici degli asili nido. Contro tagli e privatizzazioni, sindacati di base verso lo sciopero generale e generalizzato del 6 settembre!
E’ iniziata oggi la protesta delle educatrici degli asili nido promossa dall’Unione Sindacale di Base, in questi giorni al centro di un’ampia attenzione dei media locali e, soprattutto, di un braccio di ferro del sindacato con la Regione Lazio e il Comune di Roma. La protesta è stata lanciata qualche giorno fa contro la legge regionale varata durante l’assestamento di bilancio dei primi di agosto, che vuole aumentare il numero di bambini per ogni insegnante e ridurre lo spazio a disposizione. Caterina Fida, dell’USB, ai microfoni di radio Città Aperta la definisce “la morte del nido educativo e la nascita del nido assistenziale”, visto che si andrà incontro ad una “perdita di qualità incredibile del servizio educativo e alla creazione dei nidi-pollaio”. Se a farne le spese sarà ancora una volta il servizio pubblico dei nidi, la normativa regionale, invece, “farà un grosso favore ai privati perché, senza spendere un euro di più, potranno accogliere un numero molto più alto di bambini dalle liste d’attesa comunali e dunque potranno beneficiare dei contributi dei Comuni”. Nell’ultimo tavolo con i sindacati il Comune di Roma ha preso tempo ma le educatrici, all’apertura dei nidi, hanno confermato con forza la protesta accogliendo bambini e genitori con la fascia a lutto al braccio, visto che l’amministrazione si è detta comunque decisa ad applicare la normativa regionale. A preoccupare il sindacato di base, oltre alla perdita di qualità del servizio pubblico, interviene il sicuro taglio di posti di lavoro, “checché ne dica l’amministrazione comunale”, sottolinea ancora Caterina Fida, “perché precari che da anni e anni lavorano con incarichi annuali nei nidi verranno messi per strada in quanto verranno azzerati gli attuali vuoti di organico”. Vero è che le logiche della privatizzazione dei servizi rispondono alle linee di politica nazionale e non solo regionale, come dimostra il contenuto della manovra economica del governo contro cui i sindacati conflittuali hanno indetto lo sciopero generale e generalizzato del 6 settembre: “quello che sta avvenendo nel Lazio si sta realizzando anche in altre regioni – precisa ancora la dirigente dell’USB – e noi vediamo tutti i giorni quali sono le ricadute negative delle privatizzazioni: povertà sociale per chi ci lavora, visto l’abbattimento degli stipendi, e una qualità che non può essere ne’ garantita ne’ controllata. Il 6 settembre – conclude Caterina Fida – sciopereremo con decisione contro i tagli e le privatizzazioni, attraverso i quali ci vogliono accollare un debito che non abbiamo contratto noi. La gente normale non deve pagare nessun debito, lo pagasse chi lo ha effettivamente creato”.
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