Perché non mettere al centro gli interessi dei lavoratori, a chi giova mantenere intatto l’attuale società, i suoi
assetti di potere?.
La crisi colpisce oggi essenzialmente i settori popolari, lavoratori, giovani e pensionati, che si apprestano ad entrare in una società precarizzata a livello di massa, dove il binomio flessibilità produttiva/precarietà contrattuale è ormai diventato il paradigma del presente, accelerato dentro gli attuali contesti di crisi.
Destra e sinistra di palazzo, gridano al pericolo, sacrifici, e ancora sacrifici per il bene dell’Italia. Si va dalle caotiche proposte della destra, a quelle tecnocrati della sinistra. Per ambedue la ricerca è essere appetibili e utili agli interessi padronali, siano essi legati alla finanza o alla produzione. Bisogna garantire la stabilità sociale, l’armonia. La società i suoi meccanismi ci vengono presentati come un dogma, come se fossero piovuti dal cielo, perché come ci ricordano loro gli interessi della società sono i medesimi per tutti, e quando i settori popolari provano a fare i loro interessi sono corporativi, miopi, folli, quando i padroni fanno i loro, sono per il bene di tutti.
La crisi deve diventare una nostra possibilità, perché questo sistema sta andando in pezzi, un sistema disegnato e guidato da loro non da noi. Perché non invertire la piramide sociale, perché non mettere al centro nuovi processi di democrazia e di garanzie popolari? Per noi non è scandaloso dire che bisogna uscire dalla UE, che il debito non si deve pagare (gli strozzini da che mondo e mondo sono solo dei farabutti), che il centro sinistra e il centro destra sono la voce di diversi interessi del medesimo blocco padronale. L’armonia sociale, la concertazione il cosiddetto meno peggio ci ha portato in questa situazione. I lavoratori i pensionati, le generazioni precarie, vivono in un mondo a loro impossibile, è ora di ipotizzare una nuova stagione, dove la nostra Europa, non è quella della UE, ma quella delle piazze greche e spagnole. Sosteniamo quindi tutte quelle forme sindacali e sociali conflittuali e non concertative, e chi già da oggi si
pone in modo indipendente di fronte al presente. Dopo il 6 settembre la lotta non si ferma, dopo la caduta di Berlusconi la lotta non si ferma, mettiamo al centro i nostri interessi!
FUORI DALLA UE! IL DEBITO DEGLI STROZZINI NON LO PAGHIAMO!
non pagheremo la loro crisi, abbiamo già dato!
Stavolta la devono pagare i ricchi, i padroni, i loro alleati
RETE DEI COMUNISTI
Collettivo Studenti Comunisti
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