I ministri delle finanze del G8, il gruppo degli otto paesi industrializzati occidentali più la Russia, si sono impegnati a sbloccare 38 miliardi di dollari in aiuti a diversi paesi arabi, come sostegno alla ricostruzione e alla transizione alla democrazia. Gli aiuti sono destinati in particolare all’Egitto e alla Tunisia, i due paesi dove le rivolte di inizio anno hanno messo fine a due regimi autocratici e avviato una transizione, ma in parte anche a Marocco e Giordania. Durante il vertice, a Marsiglia in Francia, il Fondo monetario inrternazionale ha annunciato di aver riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) come legittimo rappresentante del popoli libico, cosa che permetterà al Fmi di offrire sostegni alle nuove autorità. Il Fmi, per bocca del suo nuovo direttore generale, la signora Christine Lagarde, ha fatto sapere che aggiungerà i suoi aiuti a quelli offerti dal G8 ai paesi arabi: altri 35 miliardi di dollari che saranno «indirizzati ai paesi importatori di petrolio perché sono quelli che soffrono di più per gli alti pressi delle derrate internazionali, che sia carburante o cibo». Dunque un totale di 73 miliardi di dollari, quasi il doppio della somma inizialmente offerta dal G8 in maggio.
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