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Esselunga…. ma per i lavoratori salute corta

Il profitto ad ogni costo non fa sconti a nessuno ;  nè ai consumatori che dagli scaffali dei supermercati restituiscono con gli interessi quanto guadagnano,  in maggioranza lavoratori che nella crisi pagano con stipendi sempre più bassi e tasse sempre più alte, (l’ultima finanziaria sottrarrà dalle tasche dei lavoratori in Italia, di qualsiasi colore, circa 1500 euro all’anno solo di iva in più),  nè  alle migliaia di lavoratori che nei depositi Esselunga, Bennet, Auchan e Ipercop,  sgobbano di notte e di giorno per assicurare guadagni sempre in aumento ai Caprotti di tutta la grande distribuzione e alle decine di presidenti delle cooperative, soci onorari e responsabili di ogni tipo.      Un esercito di operai, inquadrato e controllato in modo militaresco e repressivo, che  oltre a pagare la crisi con quanto avete appena letto,  devono piegare le loro schiene a ritmi di lavoro sempre in aumento; non serve essere giovani o meno giovani, la quantità di colli da spostare ogni ora, in alcuni casi,  non deve  essere inferiore ai   300 all’ora, e aumentare  secondo i bisogni dei consumatori.   Soldi e potere che si devono accumulare senza sosta da una parte;  umiliazione, sottosalario e malattie professionali per le centinaia di lavoratori  pachistani, indiani, filippini, ucraini,  arabi ed italiani, gli unici posti di riguardo vengono riservati ai sindacalisti accomodanti, e ai lavoratori che  si prestano ad esercitare il controllo politico sui propri compagni di classe.     Le lotte che i lavoratori di questo settore stanno conducendo non devono servire  solo ad ottenere la paga contrattuale, ma a proporre delle rivendicazioni salariali oltre la concertazione sindacale sempre pronta a “comprendere” i bisogni aziendali e a sottoscrivere accordi che non intaccano i profitti dei padroni.  

Anche la lotta iniziata nel deposito Esselunga di Biandrate ha evidenziato le problematiche urgenti e salariali dei lavoratori che chiedono: il recupero dei soldi degli sgravi fiscali sugli straordinari, in modo da non farne beneficiare i padroni della cooperativa, come è successo per la Coopital e la Gamma Service ecc..  , che con la trasferta esente  non hanno restituito ai lavoratori queste spettanze. Una piattaforma rivendicativa aziendale che porti in tasca ai soci lavoratori di tutte le cooperative presenti,  soldi veri che recuperino la perdita del potere d’acquisto, e gli aumenti non siano come quelli del CCNL figli della concertazione e del collaborazionismo sindacale. Creare condizioni di lavoro che mettano al primo posto la sicurezza e la salute dei lavoratori, con ritmi di lavoro umani, rispetto delle persone, cancellando per sempre le umiliazioni a cui sono  sottoposti tutti, il richiamo con il fischio come si fa con i  cani, la cacciata dopo solo una ora  dal posto di lavoro a secondo dell’umore del capo squadra o per reprimere chi si iscrive al sindacato di base, le offese le minacce per chi non piega la testa. Decine di cooperative che si  alternano e si integrano nei depositi del trasporto e della distribuzione merci, con retribuzioni e trattamenti diversi, per evitare che i lavoratori si uniscano e creino seri problemi alla società committente; l’importanza di mescolare gli uomini e i trattamenti per confondere tutti,  l’ha ricordato Primo Levi in “Se Questo è un Uomo”, oggi nelle moderne democrazie e civiltà del benessere e della libertà si usano ancora sistemi e comportamenti che la storia ha condannato senza appello. I padroni del consorzio Safra  delle cooperative Asso e SGI, l’Apollo; l’Alma Group delle coop. Gamma Service, poi della Sintesi coop, della  Rapida, della Saga, della Coopital, e della Long Service,  tutte presenti nel deposito Esselunga di Biandrate,  sono benefattori  il 50% dei guadagni che realizzano i circa 1500 lavoratori presenti,  servono per comprare Mercedes di lusso e ville al mare o in montagna, oltre a profumati stipendi per decine di dirigenti che controllano  tutte queste aziende. “Riprendere le iniziative di lotta è necessario per rivendicare il diritto alla salute e il diritto ad una retribuzione al passo coi tempi, lavorando per  unire  tutti i lavoratori del deposito di Biandrate, per creare un comitato di lotta di tutte le cooperative presenti in collegamento con i depositi sparsi nel Nord Italia, in modo da scongiurare appalti al ribasso, ed infine costringere i committenti ad assumere direttamente i lavoratori delle spedizioni e dei trasporti”. E’ quanto denuncia in un comunicato lo Slai Cobas

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