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Bologna: biglietterie Tper di nuovo in agitazione

Dopo mesi di rinvii e trattative per il rinnovo dell’appalto di Tper per la gestione delle biglietterie del servizio di trasporto pubblico, l’azienda subentrante, Holacheck, ha rifiutato ogni trattativa per garantire pari diritti e condizioni salariali ai lavoratori. Si tratta di una decina di lavoratori, di cui due neoassunti a tempo indeterminato, per i quali l’azienda non garantirebbe l’assunzione in quanto all’inizio della trattativa con Tper erano a tempo determinato.

Ieri i lavoratori organizzati con USB sono scesi in presidio davanti alla biglietteria di via Marconi, in centro città, e di fronte al totale rifiuto dell’azienda di trattare sulle condizioni di lavoro, hanno occupato la sede di Tper chiedendo il mantenimento di tutte le condizioni occupazionali e contrattuali precedenti. In solidarietà sono arrivati anche i colleghi di altre biglietterie Tper, a cui la stessa sorte potrebbe toccare fra qualche mese.

Sottolineiamo che la Holacheck è una società che ha scalato il sistema di appalti del servizio di trasporto regionale, assumendo un ruolo dominante in questi servizi da Piacenza a Rimini“, dichiara USB, denunciando anche il conflitto di interessi esistente: la Holacheck infatti è una società partecipata dalla stessa azienda trasporti di Modena (Seta), a sua volta partecipata dagli Enti Locali emiliani e dalla stessa Tper, in cui uno dei membri del CdA è anche il responsabile del procedimento di affidamento dell’appalto in questione.

Appalti, subappalti e precariato rappresentano tutto cio che non è mai cambiato in questi anni, e che nel post pandemia fa esplodere tutta la rabbia dei lavoratori e dei precari che ora non sono più disposti a pagare oltre gli effetti di una crisi economica sdoganata ancora piu violentemente dalla crisi sanitaria.

In serata l’assessore comunale al lavoro Lombardo è stato costretto ad intervenire e ad assumersi finalmente la responsabilità del suo ruolo istituzionale per garantire la dignità e il lavoro ai lavoratori di uno dei servizi di welfare pubblico svenduti al privato negli ultimi anni, ma anche il rispetto delle procedure amministrative dell’appalto nella trasparenza e assenza di conflitto di interesse.

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