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4 novembre, ricorrenza di guerra

La missione di guerra in Afghanistan, in dieci anni (2001 – 2011), è costata al nostro paese circa 4 miliardi di euro, mentre un’organizzazione come Emergency, nello stesso arco di tempo  ha speso 55 milioni di euro per assistere 3 milioni di persone.

Il governo italiano ha impegnato 13 miliardi di euro per l’acquisto dei cacciabombardieri F35, pagandoli a rate fino al 2026.

Questi numeri stridono con l’emergenza economica in cui versano migliaia di famiglie, impoverite  dalle manovre lacrime e sangue del governo Bossi e company.  

Siamo contrari allo spreco di denaro pubblico finalizzato all’ annientamento di altri popoli; ci opponiamo all’ideologia e alla propaganda guerrafondaia mimetizzata con l’alibi dell’obbedienza alla Nato.

Pensiamo che la pace non sia esclusivamente l’assenza di guerra ma significhi anche diritti e garanzie sociali per i popoli; pace vuol dire sviluppo dei saperi  per migliorare le condizioni di vita e per una sana convivenza civile.

La prima guerra mondiale fu un grande massacro, in cui più di 600 mila persone persero la vita.  Da allora il mondo ha vissuto pochi periodi di pace.
Nel 2011 l’Italia continua ad essere in guerra, violando l’art. 11 della Costituzione. Di fronte alla  lacerante crisi economica, i tagli operati dal governo ai comuni, all’istruzione, alla cultura,  per rifinanziare la spesa militare sono un insulto alle condizioni di vita della gente, ai disoccupati, ai licenziati, ai precari .
Inviatiamo i sindaci e il capo dello stato, in occasione della commemorazione del 4 novembre, a far sentire forte la voce per il ritiro immediato delle truppe da tutti gli scenari di guerra, per la perentoria riduzione delle spese militari e per l’investimento di questi soldi in ammortizzatori sociali, istruzione, cultura, sanità.

Le istituzioni e le alte cariche dello Stato non dovrebbero VIOLARE LA COSTITUZIONE; art.11: L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA………

Alberto D’Andrea Marina Alfier comunisti italiani veneto orientale

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