Ha ragione il direttore de Il Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, a far notare che l’arrivo di Monti alla presidenza del consiglio ha ridotto sensibilmente e rapidamente il differenziale tra lo spread italiano e quello di altri paesi europei. Non quello con la Germania, che però funziona come “termometro” continentale, e quindi non ha altri termini di paragone dentro l’euro.
Ciò non toglie però che il dannato spread sia di nuovo in rialzo. Ed è chiaro che non dipende da Monti, ma da un aggravamento generale della crisi europea (si veda l’articolo di Joseph Halevi, tra i “documenti”). Che tocca sia i titoli di stato che l’economia reale, in pesante frenata (la metalmeccanica tedesca nel terzo trimestre di quest’anno ha registrato un inquietante -5%).
Le notizie della mattinata sono tutto negative. Lo spread tra i titoli decennali di Francia e Germania sfonda per la prima volta la soglia dei 200 punti base, un livello mai raggiunto dalla nascita dell’euro. A conferma che per l’Italia c’è stata una piccola pausa, ma la speculazione si è subito riversata verso Parigi.
Ma anche la Germania non è più un’isola felice. L’agenzia di rating Moody’s ha rivisto al ribasso il rating di alcune banche regionali tedesche, in alcuni casi fino a tre livelli, precisando però che la nuova valutazione non ha a che vedere con la crisi del debito. Tra le banche più colpite la BayernLB, la LBBW, la NordLB e la Bremer Landesbank, il cui rating è stato ribassato di tre gradini. Dovranno probabilmente pagare di più per rifinanziarsi anche Helaba, HSH e SaarLB, declassate di due livelli. Anche se la particolare struttura azionaria delle banche regionali tedesche (a maggioranza pubblica) potrebbe proteggerle dall’esposizione al mercato creditizio interbancario, rimane improbabile che il governo tedesco sia disposto a intervenire a sostegno degli istituti di credito colpiti, direttamente o indirettamente. Le nuove regole stabilite dalla Germania per la liquidazione delle banche prevedono infatti una maggiore partecipazione degli azionisti alle perdite di quanto non fosse in precedenza.
La Bce sta comprando anche oggi titoli di Stato italiani, alleviando così la pressione sul prezzo verso il basso. Lo scrive l’agenzia Bloomberg, che cita due operatori. Il rendimento dei Btp ora è comunque al di sopra della “soglia di non ritorno”, sebbene in leggero calo: 7,04%. Anche lo spread con il Bund è sceso, dopo essere stato a lungo sopra 530 punti è ceso intorno alle 13 verso i 520.
Il mercato azionario europeo resta debole in avvio, dopo che Fitch ha lanciato un allarme sull’outlook delle banche Usa a rischio downgrade in caso di ulteriore aggravamento della crisi del debito sovrano della zona euro.
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