In questi giorni, mentre, le polemiche e gli arresti per i fondi neri e le tangenti di Finmeccanica danno molto da fare a magistratura, politica e mass media, una domanda è sorta spontanea. Ma come mai il Presidente della Finmeccanica messo sotto accusa, Guarguaglini, non si dimette preferendo una ignominiosa cacciata alle dimissioni spontanee? Per la semplice ragione che il suo contratto non prevede alcuna buonuscita in caso di dimissioni, mentre se viene messo alla porta dall’azionista principale di Finmeccanica (il governo) ha diritto a ben tre annualità di retribuzione più altre tre per il cosiddetto patto di non concorrenza. Occorre tenere conto che Guarguaglini è stato per alcuni anni il manager più pagato d’Italia e che nel 2010 Guarguaglini ha guadagnato 2,7 milioni di euro in quanto era anche amministratore delegato. Si ignora se come presidente guadagni meno, il soggetto infatti si rifiuta di dirlo. Una supposizione logica fa ritenere che non guadagni molto di meno.
Ipotizzando che la sua retribuzione come presidente di Finmeccanica sia scesa a “soli due milioni”, Guarguaglini potrebbe chiedere una buonuscita di 12 milioni, pari a 480 anni di salario di un impiegato e 540 di un operaio. Il governo Monti, secondo l’agenzia Radiocor avrebbe raggiunto un accordo sulla base di soli 5 milioni, pari a 200 anni di stipendio di un impiegato o 225 anni di un operaio. Ma se venisse cacciato a caldi nel sedere?
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