In questi giorni stanno arrivando gli avvisi di garanzia a 21 compagni e compagne del SiCobas, del Centro Sociale Vittoria e del Coordinamento di sostegno, con riferimento alla lotta dei lavoratori delle cooperative in appalto ai magazzini Bennet di Origgio iniziata a luglio del 2008. Le accuse appaiono pretestuose perché indicano responsabilità generiche di “reati commessi in un unico disegno criminoso” in tre picchetti in occasione degli scioperi.
“Occorre invece denunciare con forza il loro carattere fortemente politico contro un movimento a sostegno delle lotte dei lavoratori delle cooperative che sta dando forti segnali di crescita e sviluppo e che sta incominciando a mettere in crisi il sistema di schiavismo, sfruttamento e caporalato che regola in maniera fortemente gerarchica e autoritaria i rapporti di lavoro all’interno delle cooperative” fanno sapere dal Csa Vittoria colpitoinsieme ad altri dalle denunce.. Si tratta di un pesante sistema di accumulazione di profitto, con chiari segni d’infiltrazione mafiosa, contro il quale i lavoratori di numerosissime cooperative, a stragrande maggioranza immigrati, hanno cominciato a scontrarsi, proprio a partire dalla lotta di Origgio del 2008, tessendo un filo rosso di comunicazione e solidarietà di classe che sta costruendo lotta dopo lotta, picchetto dopo picchetto, assemblea dopo assemblea un percorso basato sull’autorganizzazione, sull’identità di classe e sull’unità dei lavoratori.
Ricordiamo brevemente, a tutti e tutte, solo gli episodi più eclatanti di questo percorso: la lotta dura e le cariche violente della polizia e carabinieri alla Gls Executive di Cerro Lambro, i picchetti e le iniziative di denuncia dentro i supermercati Billa, la lotta dei giorni scorsi dei lavoratori in appalto alla Sda di Carpiano e quella ancora in corso contro lo strapotere e l’arroganza delle cooperative in appalto al polo logistico Esselunga di Pioltello.
Infine domenica 27 novembre l’aggressione squadristica organizzata dalle cooperative utilizzate dal “mago” Caprotti fa capire come grandi consorzi, padroni e padroncini vari vogliano alzare il livello dello scontro sul terreno repressivo fino all’aggressione fisica organizzata.
Evidentemente queste lotte stanno lasciando il segno nelle tasche dei padroni di turno che, sentendo messo in discussione il loro “comando”, tendono sempre di più a spostare sul terreno prettamente politico del potere, lo scontro con i lavoratori e contro chi pratica in maniera militante la solidarietà di classe.
“Siamo convinti che questa sia una scelta obbligata per sviluppare una alternativa reale di sistema e non di governo alla società capitalista” sostiene in un documento diffuso ieri il Csa Vittoria di Milano. “Per sviluppare un’opposizione di classe che possa strutturarsi basandosi sulla resistenza all’applicazione generalizza del “piano Marchionne” e sulla contrapposizione di massa alla repressione di ogni lotta che non si ponga sul terreno della concertazione”.
Anche per rispondere alla repressione, sabato 10 dicembre si terrà una manifestazione che partirà proprio dai cancelli della Esselunga di Pioltello.
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