Paolo Ferrero è stato riconfermato con un forte consenso segretario del Partito della Rifondazione Comunista al termine dell’ Ottavo Congresso Nazionale che si è svolto a Napoli. La conferma di Ferrero ha raccolto nel comitato politico nazionale 100 voti favorevoli su 118 votanti. I No sono stati 12, gli astenuti 6. .Il documento sottoscritto da Paolo Ferrero è stato votato da oltre l’80 per cento dei 500 delegati del VII Congresso del Prc.
La nuova segreteria nazionale del partito della Rifondazione Comunista, eletta dall’ Ottavo Congresso Nazionale, è composta da Paolo Ferrero, riconfermato segretario, Irene Bregola, Roberta Fantozzi, Marco Gelmini, Claudio Grassi, Gianluigi Pegolo, Rosa Rinaldi, Augusto Rocchi e dal tesoriere Mimmo Caporusso.
“Pensiamo che la nostra proposta di un’unione delle forze di sinistra sia giusta perchè la domanda di unità nella sinistra c’è. Se Vendola ha intenzione di non aderire lo dica, io non ho altro da aggiungere”. Ha detto il segretario del Prc, Paolo Ferrero, avvicinato dai giornalisti al termine del suo intervento al congresso. “Abbiamo lanciato la proposta di riunire gli Stati generali dell’opposizione a gennaio – continua Ferrero – adesso Vendola ci dica sì oppure no”. Verso il Pd, “partito che ha scelto di entrare nella maggioranza, proponiamo posizioni nette ma non settarismo”, Ferrero ha affermato che “Alzare un muro con il Pd e dire che loro sono al di là della barricata giova a Veltroni. Invece dobbiamo favorire il traffico dal Pd verso di noi”.
“Quello di Monti – ha detto Ferrero – è il governo della tecnocrazia europea, ed ha il compito di ristrutturare il welfare, ma anche le forze politiche. Non è un governo di passaggio e durerà fino alla fine della legislatura. Ma dopo le forze politiche non saranno più quelle di prima” “Il governo Monti è la costituente della ristrutturazione delle forze politiche. Dopo non si riprenderà come prima, con una destra, un centro ed una sinistra», ha proseguito Ferrero. Alle forze della sinistra, prima di tutto a Sel, che sembra però avere snobbato il congresso inviando una delegazione di dirigenti locali, Ferrero propone di dare vita agli «stati generali dell’opposizione» a gennaio, ed una grande manifestazione contro il governo Monti a primavera.
Da subito, se lunedì il governo dovesse confermare le misure sulle pensioni, il Prc chiede al sindacato lo sciopero generale. Ferrero non ha specificato se quando parla di sindacato ha in mente ancora la Cgil della Camusso o i sindacati conflittuali e di base.
La strada per uscire dalla crisi indicata da Ferrero comprende una “trattativa ruvida” con la Germania, con la minaccia di non restituire i prestiti. “Diversamente finiremo come la Grecia, che ha fatto -7 per cento del Pil in un anno”. Ferrero chiede la patrimoniale sulle grandi ricchezze, la tassazione delle transazioni speculative, il tetto delle pensioni a 5mila euro, il dimezzamento delle spese militari, la rinuncia al progetto della Tav in Val di Susa e del Ponte sullo Stretto di Messina per recuperare le risorse che permettano di finanziare un piano di riassetto idrogeologico del territorio che creerebbe mezzo milione di posti di lavoro. Nessuna indicazione di merito sulla campagna No Debito che pure vede coinvolto il Prc in diverse realtà.
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