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Fiat Torino. Presse e stampi: “no all’accordo, referendum”

Sorpresa! In Fiat non c’è per nulla «gioia e contentezza» per la distruzione del contratto nazionale di lavoro, sostituito sotto ricatto dal «modello Pomigliano», firmato da Cisl, Uil e Fismic. Nemmeno a Mirafiori, stabilimento – come si usa dire – «difficile». In cui, comunque, i «no» avevano vinto persino al cosiddetto «referendum-ricatto» voluto da Sergio Marchionne. L’unico in cui gli operai, da anni, sono stati chiamati a votare.
Ieri, durante le assemblee indette dai sindacati formatari (Fim-Uilm-Fismic-Ugl-Associazione Quadri) alle Presse e alla Costruzione Stampi di Mirafiori, convocate per illustrare «l’accordo» specifico della Fiat, i lavoratori presenti (350 circa) hanno votato all’unanimità un ordine del giorno che respinge l’accordo e chiede un referendum libero e senza ricatti tra tutti i lavoratori del Gruppo Fiat. Ecco stralci del testo: «I lavoratori della Presse e Costruzione stampi riuniti in assemblea esprimono un giudizio fortemente negativo sull’accordo sottoscritto con la Fiat che estende il modello Pomigliano e che esclude una parte significativa del sindacato dall’azienda. L’assemblea ritiene antidemocratico il metodo seguito, dove prima si firmano gli accordi e dopo – a cose fatte – si informano i lavoratori. L’assemblea chiede di indire il referendum libero e senza ricatti tra tutti i lavoratori del gruppo Fiat, chiedendo a tutte le Organizzazioni Sindacali di tenere conto del risultato agendo di conseguenza. L’assemblea chiede di dare un futuro allo stabilimento di Mirafiori (attraversato da un massiccio ricorso alla cig). L’assemblea considera il pluralismo sindacale e la libera associazione dei lavoratori un principio ineludibile per la democrazia e l’autonomia del sindacato».

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